Fim, Fiom, Uilm di Padova dichiarano lo sciopero generale per le giornate di martedì 24 e mercoledì 25 delle aziende metalmeccaniche in tutto il territorio provinciale fino al cambio del decreto o alla sospensione delle attività produttive. “Il Dpcm e l’elenco delle aziende firmato ieri 22 marzo 2020 dal presidente del Consiglio e dal ministro della Salute – si legge in un comunicato unitario – non tengono conto, se non in modo molto parziale, delle istanze e delle necessità che le organizzazioni sindacali hanno posto all'attenzione dell'esecutivo, prevedendo una serie molto consistente di attività industriali e commerciali aggiuntive rispetto allo schema iniziale presentato dal governo, per gran parte delle quali non sussiste la caratteristica di attività indispensabile o essenziale”.
“Cgil Cisl e Uil – prosegue la nota –, in questa fase difficile del Paese, hanno rappresentato sempre la necessità di mettere al primo posto, rispetto a qualunque altra valutazione, la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici: per queste ragioni è stato sottoscritto il Protocollo condiviso del 14 marzo scorso e sempre per le stesse ragioni hanno continuato a sollecitare il governo a sospendere tutte le attività non essenziali rispondendo così alla necessità di contenimento del contagio. Ecco perché si ritiene inadeguato rispetto a questo obiettivo il contenuto del decreto e inaccettabile il metodo a cui si è giunti alla sua definizione”.
Ovviamente, precisano le tute blu, “sono escluse dalla presente dichiarazione di sciopero quelle aziende che hanno già attivato la Cigo o che hanno stipulato accordi con la Rsu per la sospensione dell’attività e tutte quelle aziende legate direttamente alla sanità pubblica, ai servizi o alle forniture sanitarie”. I segretari di Fim, Fiom e Uilm di Padova sono rimasti “particolarmente toccati dalle variazioni dei codici Ateco, soprattutto perché la nostra è una delle province dove si è diffuso per primo e si sta diffondendo maggiormente il contagio. Non capiamo e non accettiamo i giochi politici ed economici che si stanno facendo sulla pelle dei lavoratori a discapito dell’interesse collettivo. Continueremo ogni mobilitazione finché non verrà modificato il decreto. Ad oggi tutte le energie dovrebbero essere utilizzate per garantire la sicurezza ai lavoratori della sanità senza disperdere energie in attività non necessarie”.