“Vouloir c’est pouvoir”. È con un detto della sua terra d’origine, la Costa d’Avorio, che Odile, prima segretaria migrante nella storia di tutto il pubblico impiego Cgil, commenta il suo ingresso nella segreteria Fp di Lecco

“Quando credi molto a qualcosa devi pensare che possa capitare davvero. Questa mattina ho parlato con mio fratello e non era stupito: mi ha detto che in famiglia tutti sapevano quanto mi piace la Cgil perché ne parlo sempre. Mi incoraggiano ad andare avanti e mi raccomandano di fare bene, e se c’è qualcosa che non capisco di essere umile e chiedere”.

Insieme all’umiltà, Odile ha molte altre qualità. È arrivata in Italia il 5 aprile 1999 e, dopo un anno a Perugia, si è trasferita a Lecco. Ha 43 anni. Ha fatto la lavapiatti e la badante. Ora lavora come Asa (ausiliare socio assistenziale, ndr) in una casa di riposo.

“La Cgil l’ho conosciuta nel 2002 quando mi sono tesserata. Mi ha ricordato il sindacato che conoscevo in Costa d’Avorio e che si chiama, non per caso, Dignitè. Ho valutato e poi fatto la mia scelta. E non ho sbagliato. Le condizioni di lavoro nella casa di riposo erano brutte e i miei colleghi mi hanno spinta a fare la delegata. Mi hanno detto che io sono cocciuta e che non ho paura delle situazioni”.

In segreteria si occuperà dei migranti ma anche dei luoghi di lavoro e di contrattazione: “La Cgil è il primo avvocato; ascolta, difende i lavoratori e capisce che sono prima persone. Fare sindacato per me è una cosa nobile. Serve a lavorare per un domani migliore. Non è facile, certo, ma io voglio imparare e ho chiesto di aiutarmi. Negli scioperi e nelle manifestazioni, e quest’anno anche nei congressi, ho conosciuto entusiasmo e ho visto persone che credono in quello che fanno. Dà conforto e dà forza. Mi sono detta che dentro la Cgil posso parlare e fare la mia parte”.

La Cgil ha certamente bisogno della parte che farà Odile, della passione che sa metterci e della sua ostinata voglia di imparare e migliorare. “Quest’anno riprendo gli studi, sono decisa a concludere la terza media e a superare gli esami. Bisogna sempre andare avanti”. Giusto, e poi chi vuole può.

(Lucilla Pirovano, PubblicAzione).