Alessandro Vergari vive da un anno in una Sae, una soluzione abitativa d'emergenza, che sarebbe una “casetta” per i terremotati. Sessanta metri quadrati, per tre persone, un po' piccola, ma “confortevole”, spiega. “So che alcune persone hanno avuto problemi (proprio oggi la stampa locale parla di alcuni casi gravissimi, pavimenti pieni di muffa e fradici, dai quali entrano anche i topi, ndr), ma personalmente non mi posso lamentare. L'abitazione è adeguata alle nostre esigenze, ben arredata e vivibile sia d'estate che d'inverno”.


Alessandro Vergari davanti alla sua Sae 
 

Sono trascorsi già più di 2 anni dal 30 ottobre 2016, quando una scossa di magnitudo 6,5 sconquassò Norcia e tutta la Valnerina umbra. Era la seconda fortissima scossa dopo quella che il 24 agosto aveva distrutto Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto. Un'altra “botta” sarebbe poi arrivata a gennaio 2017, causando la tragedia dell'hotel Rigopiano.

In questi due anni abbiamo attraversato diverse fasi del post-terremoto”, spiega Vergari, che da qualche mese ha assunto l'incarico di segretario della Lega Spi Cgil della Valnerina. “Prima c'è stata la fase dell'emergenza, dell'aiuto immediato, della solidarietà. Ed è stata una fase certamente positiva, che ha messo in mostra il lato migliore dell'Italia. Poi – continua – abbiamo attraversato la fase della prima ripartenza. Sono arrivate le casette (attualmente ci vivono circa 1700 persone in Umbria, ndr) e i moduli per le scuole e anche qui, seppure con alcune difficoltà, direi che è stato fatto un buon lavoro”.

Le difficoltà arrivano invece nella terza fase, quella attuale: la ricostruzione. “È qui che sono cominciati i problemi – spiega ancora Vergari – perché la ricostruzione di fatto non riesce a partire. Ci sono molti problemi, soprattutto di carattere burocratico. Ma la burocrazia non è una categoria dello spirito, è creata dagli uomini, da dirigenti e funzionari. E sono gli uomini stessi che devono intervenire per alleggerirla”.

C'è una questione in particolare secondo Vergari che andrebbe affrontata di petto: la carenza di tecnici all'Ufficio speciale per la ricostruzione di Foligno, l'ufficio dal quale devono passare tutti i progetti elaborati per la ricostruzione. “Quell'ufficio va assolutamente potenziato – sostiene Vergari – e va fatto funzionare anche il distaccamento di Norcia, dove attualmente lavorano pochissime persone. Perché è chiaro che se ci fosse un confronto sui progetti direttamente sul territorio sarebbe tutto più facile”.

 

A Norcia qualche famiglia è rientrata nella propria abitazione, anche nel centro storico. Le pratiche attese sono però circa 9.000, e si stima di raggiungere il picco nel 2019. Ma il personale dell’Ufficio speciale ricostruzione è in scadenza al 31 dicembre 2018, e anche questo può rappresentare una criticità. “Se si dovesse ricominciare tutto d'accapo sarebbe un disastro – avverte Vergari – perché il rischio è proprio lo svuotamento del centro storico e il venir meno del senso di comunità”.

È in questo senso che va letta l'apertura nell'estate scorsa della nuova sede della Cgil, in zona Porta Ascolana, sede che oggi lo Spi e l'Auser fanno vivere quotidianamente. “La ricostruzione non è solo un problema di edifici da ritirare su – ha detto in occasione dell'inaugurazione Filippo Ciavaglia, segretario generale della Camera del Lavoro di Perugia - ma è un percorso di ripartenza e rinascita collettiva, che ha bisogno di luoghi come le Camere del lavoro, in cui la cittadinanza possa trovare assistenza per tutte le problematiche relative al lavoro, alla pensione e più in generale ai diritti di cittadinanza. Ma soprattutto – ha aggiunto Ciavaglia – noi vorremmo che questa sede diventi la casa di tutti coloro che sentono la necessità di impegnarsi, partecipare e dare il proprio contributo per far sì che Norcia e la Valnerina restino quel luogo vivo e meraviglioso che tutti conosciamo”.

 


La nuova sede Cgil a Norcia

La sede – aperta grazie al contributo dello Spi e della Cgil nazionali - è operativa tutti i giorni, ospita i principali servizi del sistema Cgil ed è divenuta anche un luogo di scambio e incontro con strutture della Cgil di tutta Italia. Per esempio, si è gemellata con Norcia la Camera del Lavoro di Firenze, così come quella di Bologna con Cascia e la Cgil del Piemonte con Spoleto. Ma anche strutture più piccole hanno stretto un legame con i territori terremotati. È il caso, ad esempio, della Lega Spi Cgil di Agliana-Montale-Quarrata, in provincia di Pistoia.


Il gemellaggio con la lega Spi Agliana-Montale-Quarrata

Il rapporto è iniziato poco dopo il terremoto del 30 ottobre 2016 e poi si è sviluppato fino a diventare un vero e proprio gemellaggio – spiega Morena Borgioli, segretaria di Lega – Abbiamo partecipato all'inaugurazione della sede di Norcia e abbiamo anche effettuato due donazioni, la prima per l'acquisto di 40 sedie per gli ambulatori della protezione civile, mentre la seconda, con 4mila euro raccolti nella nostra festa della solidarietà in agosto, per un progetto ancora da definire e per il quale in primavera torneremo a visitare Norcia. Certo è – conclude Borgioli – che si è creato un legame forte e siamo riusciti a sensibilizzare i nostri iscritti che ora ci chiedono di Norcia e della Valnerina e vogliono tornare su quel territorio”.