Si daranno il cambio all'ingresso del palazzo della Regione Umbria, in una staffetta tra lavoratori che sono da mesi senza stipendi e che hanno un obiettivo comune: recuperare quanto gli spetta e provare a costruire un futuro di lavoro per loro e per le loro aziende. Quelle della Nardi e della Tagina sono due vertenze vicine. Lo sono geograficamente, visto che San Giustino e Gualdo Tadino, entrambe in provincia di Perugia, sono distanti poche decine di chilometri. Ma lo sono anche per alcuni aspetti significativi che le accomunano: per esempio il fatto che entrambe le aziende - una produce macchine agricole, l'altra piastrelle in ceramica – hanno commesse, hanno mercato, sono riconosciute per la loro qualità. Non sono quindi aziende decotte, il problema, piuttosto, sta nelle scelte e nelle strategie imprenditoriali, che – questa l'accusa dei sindacati – non sembrano affatto orientate alla salvaguardia di produzioni e lavoro, quanto piuttosto a ricavare il maggior utile possibile da una cessione.

Per la Nardi la situazione è già in parte compromessa, essendo l'azienda passata di mano, dalla storica proprietà, la famiglia Nardi, ad un fumoso fondo di investimento inglese, delle cui intenzioni, fino ad oggi, si è appreso ben poco. Anche, se – è notizia proprio delle ultime ore – pare che ci sia la volontà da parte del nuovo management di richiedere un anno di cassa integrazione straordinaria, ipotesi caldeggiata anche dai sindacati per tutelare il più possibile i lavoratori e provare ad accompagnare alcuni di loro alla pensione. La nota negativa, invece, è che anche all'incontro di oggi in Regione a Perugia (ore 11.00) non parteciperà l'azienda, perché – riferisce il segretario della Fiom di Perugia, Maurizio Maurizi, un po' contrariato – non invitata.

Alla Tagina invece il passaggio di mano ancora non c'è stato ed è proprio questo il problema. “Se entro fine mese non si chiude l'accordo per la cessione qui si rischia grosso – spiega Euro Angeli, segretario della Filctem Cgil di Perugia – ecco perché è importante il tavolo di oggi in Regione: bisogna sbloccare questa situazione di stallo nella quale a rimetterci sono i lavoratori che non vedono da mesi gli stipendi e temono per il loro futuro”. E proprio i lavoratori, che sono in sciopero a oltranza (come quelli della Nardi), hanno deciso di accompagnare la loro Rsu, insieme ai sindacati, Filctem e Femca, all'incontro in Regione. Due pullman partiranno da Gualdo intorno alle 14.00 per raggiungere Perugia, dove l'incontro è previsto per le 16.00.

Nardi e Tagina non esauriscono però di certo il sempre più ampio elenco di vertenze e crisi aperte in una piccola regione come l'Umbria. “C'è la grande questione della Perugina (il 15 febbraio nuovo incontro al Mise, ndr), c'è la vertenza Maran, ci sono Novelli e Ims, c'è Trafomec e c'è Sgl Carbon – spiega il segretario generale della Cgil dell'Umbria, Vincenzo Sgalla – E poi, pesa l'incertezza sul futuro delle acciaierie Ast che sembrano non rientrare più nei piani di Thyssen. Insomma, è evidente che c'è un caso Umbria, come ci ha confermato anche l'ultimo dato Istat sul pil, riferito al 2016, con un pesante segno meno (-1,3%) mentre il paese sembra essere, seppure a fatica, ripartito. È tempo – conclude Sgalla – di dare gambe ad un piano per l'Umbria che tenga insieme ricostruzione post terremoto, manifatturiero, turismo e sviluppo delle aree interne. Solo così possiamo sperare di interrompere questo declino che ci sta portando sempre più a fondo”.