“La Fisac Cgil non ha pregiudiziali ideologiche contro le esternalizzazioni, purtroppo, però, la banca, contrastando il nostro progetto di solidarietà, ha scelto la strada delle esternalizzazioni, fragili nel progetto industriale e nelle garanzie occupazionali, unicamente per ridurre i costi". Così il leader dei bancari della Cgil, Agostino Megale, spiega perché la sua categoria non ha firmato l’accordo quadro sindacale riguardante il gruppo Monte Paschi di Siena.
 
Nel corso del lungo negoziato – sottolinea Megale –, abbiamo sempre avuto al centro della nostra azione il risanamento di Mps, le garanzie per la tutela dell’occupazione e dell’area contrattuale, contrastando in ogni momento l’idea di un accordo separato. Su questa impostazione, la nostra delegazione trattante ha sempre operato unitariamente mettendo al centro un progetto di solidarietà fatto di difesa dell’occupazione e della contrattazione, ma anche di rinunce e sacrifici tra i lavoratori con riduzione dei costi anche maggiori di quanto ipotizzato dalla stessa banca pur di difendere l’occupazione con garanzie e certezze per il futuro”.
 
Nessuno più di noi – conclude il segretario generale della Fisac – è consapevole che in momenti come questi le divisioni sindacali non aiutano e la ricostruzione dell’unità anche nel gruppo è il nostro obiettivo; per questo, è fondamentale il rapporto e il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori che dovranno esprimersi con il loro voto, al quale tutti ci dovremo attenere”.