Un anno di lavoro in più per i minatori. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri odierno approvando il regolamento per armonizzare i requisiti di accesso al nuovo sistema pensionistico, che prevede per i lavoratori delle miniere, cave e torbiere l'aumento di un anno, da 55 a 56, dell'età pensionabile di vecchiaia. Per l'accesso alla pensione anticipata, invece - si legge nel comunicato del governo - il requisito minimo contributivo è di 37 anni e due mesi per il 2013, e di un ulteriore mese per il 2014.

"È il trionfo del rigorismo dei professori, con buona pace di quella giustizia sociale di cui il paese avrebbe tanto bisogno ma che invece continua inesorabilmente ad arretrare. Ora anche i minatori e i cavatori saranno costretti a lavorare un anno in più. Alla faccia di lavori usuranti e pericolosi". Così il segretario generale dello Spi Cgil Carla Cantone.

Dello stesso avviso Emilio Miceli, numero uno della della Filctem Cgil: "È davvero sconcertante che fino a ieri si discuteva di aumentare il prelievo Irpef sopra i redditi da 150.000 euro annui e oggi il Consiglio dei ministri decide di colpire duramente i lavoratori delle cave e delle miniere, aumentandone di un anno l'età pensionabile, le cui condizioni di disagio e pericolo sono a tutti note. È una decisione contro la povera gente e contro la morale, presa da un governo che riesce a preoccuparsi tanto di chi ha poco, e poco di chi ha tanto. A questa decisione ci opporremo con tutte le nostre forze, fino alla sua revoca".