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“Contro il lavoro nero e contro lo sfruttamento”, la Cgil ha promosso oggi, insieme ad un ampio cartello di associazioni (Acli, Antigone, Arci, Asgi, Cir, Cnca, Emmaus Italia, Fcei, Libera, Terra del Fuoco, Progetto Diritti Onlus, Sei Ugl) una giornata di mobilitazione nazionale dedicata ai cittadini immigrati che si inerisce nel percorso che porterà il sindacato di Corso d’Italia alla manifestazione nazionale del 27 novembre. Con centinaia di iniziative che si sono svolte su tutto il territorio nazionale - fatte di presidi, sit-in, volantinaggi e gazebi informativi - la Cgil, spiega in una nota, “è scesa in piazza per tirare fuori dal cono d’ombra la situazione di vera e propria emergenza in cui vivono migliaia di immigrati residenti nel nostro paese, come gli stessi recenti fatti di Brescia dimostrano”.
Per contrastare il lavoro nero e per rivendicare diritti e tutele per i migranti, la Cgil avanza con oggi “precise” richieste ai ministri Maroni e Sacconi, a partire da un tavolo di trattativa che possa individuare “soluzioni serie e strutturali”. Per il sindacato, infatti, “la priorità è il contrasto allo sfruttamento del lavoro nero, che passa attraverso il recepimento della Direttiva Europea 52 e l’applicazione e l’estensione dell’articolo 18 del Testo Unico anche a chi denuncia di essere stato costretto all'irregolarità del lavoro”. Serve, inoltre, “un percorso di emersione strutturale che, oltre a riconoscere il permesso di soggiorno a chi è stato truffato nel corso dell'ultima sanatoria, offra la possibilità di uscire dalla schiavitù e dallo sfruttamento a centinaia di migliaia di migranti,costretti alla clandestinità”.
Così come, alla luce della crisi economica che ha inciso pesantemente sui cittadini immigrati, la Cgil chiede “una proroga del permesso di soggiorno per chi oggi ha perso il lavoro e fatica a reperirne uno nuovo, senza che incomba laminaccia di espulsione” e un intervento per sopperire la situazione di estrema difficoltà in cui versano gli sportelli Unici per l’immigrazione che per effetto della manovra finanziaria sono costretti a licenziare 1300 operatori che sono oltre il 50% del totale degli addetti”.