Centinaia di lavoratori delle centrali elettriche di Enel, E.On., Tirreno Power, Edison, Sorgenia, A2A, Edipower provenienti da tutta Italia sono giunti oggi (19 giugno) a Roma, in piazza Montecitorio, per la manifestazione nazionale promossa dai sindacati di categoria.

Con un'unica preoccupazione: l'allarme lavoro in un settore, quello della generazione termoelettrica (circa 10.000 addetti), dove sono stimate 39 tra centrali e siti a rischio chiusura con circa 2.900 lavoratori coinvolti e altrettanti nell'indotto che la crisi rischia di travolgere, vuoi per il calo dei consumi, vuoi per la mancata pianificazione energetica il cui risultato ha portato il settore all'asfissia.

Molto applauditi gli interventi dei segretari generali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e della Uil, Emilio Miceli, Carlo De Masi, Carmelo Barbagallo. Una delegazione dei sindacati è stata poi ricevuta dal presidente della commissione Attività Produttive della Camera dei deputati.

“Siamo al collasso, non c'è più tempo da perdere, se ne è perso fin troppo”, afferma Miceli nel suo intervento: “Ci aspettiamo una convocazione del governo. In caso contrario reagiremo aprendo una stagione di forte vertenzialità”.

“Vorrei ricordare che da tempo abbiamo avanzato proposte concrete - ha insistito il dirigente sindacale - prima fra tutte un vero e proprio piano di emergenza che ipotizza una 'cabina di regia' e l'indispensabile riapertura di un tavolo permanente (presidenza del Consiglio, ministeri interessati, parti sociali) per definire insieme una strategia volta a rilanciare il mercato elettrico italiano, dare stabilità e certezze a un asset strategico per i cittadini e per la politica industriale del paese, garantire lavoro e occupazione diretta e dell'indotto”.

“Il paese deve poter avere una strategia energetica più coerente -  ha concluso Miceli - e deve saper utilizzare questo enorme surplus di energia attraverso un forte processo di diversificazione utile per ammodernare l'Italia”.