“Un accordo contrattuale deve garantire la libertà e l’autonomia della contrattazione, è questo il tema politico che abbiamo di fronte. Il tentativo di comprimere la contrattazione l’abbiamo vissuta e la stiamo vivendo ad ogni livello, è il tentativo di inserire automatismi e rendere automatici tutti gli elementi del contratto. Il fatto che si voglia comprimere il contratto collettivo nazionale fa parte di questa ubriacatura tecnocratica che pesa moltissimo. È successo sul piano politico, attraverso le politiche di convergenza, avviene sul piano sociale”. Lo ha dichiarato oggi Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil, aprendo il seminario "Tra riforma e rinnovi", organizzato oggi a Roma dalla Filctem Cgil per discutere della riforma della contrattazione.

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Confindustria intende alleggerire il peso del contratto nella vita del lavoratore, quindi aumentare la distanza tra lavoratore e contratto, ha proseguito il sindacalista. Insomma, vuole "favorire, com’è stato in questi anni, processi legislativi che hanno espropriato e indebolito l’autonomia del contratto”. Il duopolio governo e impresa in questi anni "è stato fortissimo, il sindacato deve provare a riportare la contrattazione a elemento di libertà e non di compressione. Un grande tema storico è il sostegno legislativo alla contrattazione. Oggi è complicato immaginare che il sistema legislativo vigente possa sostenere la contrattazione; è successo esattamente il contrario, c’è stato un intervento unilaterale per ridurre i margini della contrattazione".

L'associazione delle imprese immagina i prossimi contratti sostanzialmente agganciati esclusivamente all’inflazione, conclude Miceli: "Questo significa distruggere la contrattazione, non va bene, non l’accettiamo. E non possiamo accettarla non solo perché non c’è più inflazione, e in un tempo in cui c’è divorzio tra crescita e inflazione quest’ultima non può essere l’unico elemento preponderante del contratto. Gli aumenti, per noi, si devono fare sulle retribuzioni globali di fatto. La vita del lavoratore è qualcosa di più e di diverso dal minimo salariale".