E' on line, sul portale www.cnel.it, il nuovo numero del Notiziario dell'Archivio Contratti del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro. Ne riprendiamo l'analisi che segue.

C’è un evidente filo rosso che lega il protocollo d’intesa sottoscritto da Inail, Federmeccanica, Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil l’8 giugno scorso in materia di sicurezza sul lavoro nel settore metalmeccanico al ccnl dell’industria metalmeccanica firmato il 26-11-2016 dalle stesse organizzazioni datoriali e sindacali. Quest’ultimo accordo, infatti, è espressamente richiamato nelle premesse del protocollo Inail, con riferimento, in particolare, all’art. 4, dove è prevista la creazione della Commissione nazionale su salute e sicurezza, nell’ambito del sistema di relazioni sindacali: “Federmecanica, Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, con il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del 26 novembre 2016 hanno condiviso di adottare un nuovo approccio al tema della Salute e Sicurezza sul lavoro ed hanno introdotto numerosi elementi innovativi che prevedono azioni formative e informative, da realizzarsi sempre con il pieno coinvolgimento di tutte le parti interessate, da svolgere sia a livello nazionale che territoriale e aziendale per sviluppare e diffondere la cultura della sicurezza del lavoro”.

Ma in che cosa consiste la “cultura della sicurezza del lavoro” enunciata nell’art. 4 del ccnl 26-11-2016? La risposta è nei molteplici e complessi compiti affidati alla citata Commissione nazionale, tra cui ricordiamo i seguenti:
- istituire un “evento nazionale tematico” con cadenza annuale, nell’ambito della settimana nazionale della sicurezza;
- fornire progetti e indirizzi per la predisposizione di progetti formativi per le rappresentanze aziendali e dei lavoratori preposte alla sicurezza; 
- analizzare l’andamento e le tipologie degli infortuni e dei principali fattori di rischio, sulla base dei dati forniti dall’Inail.

Il protocollo sottoscritto l’8 giugno, di durata triennale, fissa 5 ambiti di attività da perseguire attraverso la collaborazione fra l’Inail e le organizzazioni firmatarie del ccnl 26-11-2016:
1) elaborazione di uno studio medico-statistico sugli infortuni e sulle malattie professionali nel settore metalmeccanico e della installazione di impianti;
2) studio ed elaborazione di un modello condiviso finalizzato alla mappatura dei quasi incidenti. Al riguardo, va ricordato che il ccnl 26-11-2016 ha previsto al punto G) dell’art. 1 del Titolo V (“Ambiente di lavoro”): “Le Parti, ritenendo utile la rilevazione dei quasi infortuni ai fini dello sviluppo della cultura della prevenzione e del miglioramento continuo della sicurezza sul lavoro, convengono che potranno essere sperimentati a livello aziendale, previa valutazione congiunta tra Rspp e Rls, sistemi e modalità per la segnalazione dei quasi infortuni nell’intento di individuare opportune misure gestionali”;
3) definizione di azioni di prevenzione finalizzate alla diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro afferenti ai diversi comparti;
4) progettazione di iniziative di carattere informativo/formativo volte alla promozione e diffusione dei valori e della cultura della salute e della sicurezza nel lavoro;
5) individuazione e diffusione di buone pratiche in materia di salute, sicurezza e prevenzione.

Le suddette aree di collaborazione saranno oggetto di specifici accordi attuativi, in ciascuno dei quali, ai sensi dell’art. 4 del protocollo, dovranno essere indicati:
- gli obiettivi da conseguire, le specifiche attività da espletare, gli impegni da assumere e la relativa tempistica;
- la composizione del tavolo di gestione Inail-Parti sociali firmatarie, i referenti e i loro profili professionali/amministrativi;
- i tempi e le modalità di rendicontazione nonché gli oneri economici, finanziari e strumentali;
- la durata degli accordi.

Uno dei punti più qualificanti del protocollo è certamente rappresentato dall’articolo 3, nel quale le parti firmatarie si impegnano reciprocamente, “in funzione delle specifiche competenze e disponibilità”, a metter a disposizione le proprie risorse professionali, tecniche e strumentali nonché a “rendere disponibile il proprio patrimonio di conoscenze in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro” per la realizzazione delle iniziative decise nell’ambito degli accordi attuativi. Tutta l’attività riferibile ai contenuti del protocollo farà capo ad un Comitato paritetico di riferimento (art. 2) composto da otto referenti, di cui tre individuati dall’Inail e gli altri cinque da ciascuna delle altre organizzazioni firmatarie, con funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio dei risultati. Al Comitato spetta altresì il compito di individuare e proporre “specifiche attività progettuali che potranno essere oggetto di successivi accordi attuativi.

Il protocollo in esame rappresenta dunque un valido esempio di accordo di collaborazione tra Istituzioni pubbliche e parti sociali su un tema di elevato, reciproco interesse, qual è appunto quello della tutela e della sicurezza sul lavoro. Mettendo a sistema le rispettive competenze in un’ottica di perseguimento di un interesse collettivo generale, i firmatari del protocollo intendono promuovere la realizzazione di attività e di iniziative volte “alla riduzione sistematica degli eventi infortunistici e delle malattie professionali” nell’industria metalmeccanica. Non casualmente, del resto, il protocollo stesso richiama in premessa il più ampio ruolo assegnato all’Inail dalla recente legislazione in materia prevenzionale, in particolare per quanto concerne i compiti di informazione, formazione, assistenza, consulenza e promozione della cultura della prevenzione, specificando altresì come l’Istituto persegua tali finalità “privilegiando le sinergie con i diversi soggetti del sistema prevenzionale nazionale, in particolare con le Associazioni rappresentative delle parti sociali, datoriali e sindacali”.

Per avere un’idea dell’impatto positivo che l’attività di prevenzione potrebbe avere in un settore come quello dell’industria metalmeccanica, fra i più esposti ai rischi di infortuni e malattie professionali, basti considerare che, secondo quanto è possibile evincere dalla banca dati Inail delle professioni, nel 2016 si sono registrati 47.449 infortuni sul lavoro per il settore classificato come “Conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli”, di cui 128 mortali; mentre secondo i dati della Relazione annuale 2017 dell’Inail, presentata il 28 giugno scorso, le denunce di infortunio in occasione di lavoro per settore di attività economica riferibili al totale delle attività manifatturiere ammontavano a 75.975 per l’anno 2017 (su un totale di 413.125 per tutti i settori di attività), ancorché in lieve calo rispetto all’anno precedente. Nello stesso settore delle “attività manifatturiere”, peraltro, la Relazione annuale segnala 113 casi mortali nel 2017, segnando una (ancor troppo) leggera flessione rispetto al 2016.