Settimana decisiva per le sorti di Meridiana. La Qatar Airways è pronta ad acquisire il 49 per cento della compagnia sarda: il 3 febbraio scorso ha messo nero su bianco con un “memorandum of understanding” (però non vincolante). Ma in cambio chiede un nuovo contratto di lavoro e ben 900 esuberi, poco meno della metà di tutto il personale (2.100 dipendenti). I sindacati sono al lavoro per trovare soluzioni più accettabili: nel pomeriggio di oggi (lunedì 22 febbraio) si tiene al Jazz Hotel di Olbia un’assemblea degli iscritti Cgil, mentre martedì 23 febbraio si torna a Roma per il confronto con azienda, Regione Sardegna e ministero dello Sviluppo economico.

“Siamo pronti a discutere del contratto di lavoro, ma giudichiamo insostenibili gli esuberi previsti” spiega Nino Cortorillo, segretario nazionale della Filt Cgil. “Siamo disponibili – aggiunge – anche di fronte alla proposta di vincolare il memorandum ad accordo sindacale su esuberi e nuovo contratto di lavoro. Ma su queste basi e questi numeri diventa difficile concludere la lunga vertenza che coinvolge Meridiana da anni”. La trattativa va conclusa in tempi brevi, entro marzo: una fretta non condivisa dal segretario generale Uiltrasporti Claudio Tarlazzi, che invece ritiene necessario “fare con calma, perché bisogna verificare il piano industriale e quelli che saranno i tempi per far rientrare le persone che dovrebbero uscire. Abbiamo anche chiesto al ministero di non disimpegnarsi dal confronto sugli esuberi”.

Il piano industriale della Qatar Airways è sviluppato nell’arco di tre anni. Punto centrale è l’ingresso della compagnia in Meridiana, con la creazione di una newco (cui verrebbero conferiti gli asset di Meridiana) e un aumento di capitale in denaro per acquisire il 49 per cento (il 51 resterebbe in capo al Fondo Akfed). Un piano giudicato con favore da governo, Regione Sardegna e sindacati, che però è condizionato e nuovo contratto. Gli esuberi, ben 900 (su 2.100 dipendenti complessivi), sono la questione più spinosa, ma sembrano esserci margini per ridurli, adottando soluzioni come il part time verticale, la mobilità volontaria, il potenziamento dell’attività cargo e le eventuali assunzioni direttamente da parte di Qatar Airways.

“Un accordo che lascia a casa centinaia di lavoratori non si può sostenere. E se ne mandano via 600 anziché 900 non siamo di certo contenti”. A dirlo è Fabrizio Serra, assistente di volo e delegato Filt Cgil, in una conversazione apparsa sul quotidiano La Nuova Sardegna. “Questa situazione – spiega – è il risultato di una serie di scelte sbagliate. Se l'azienda è in queste condizioni non è di certo colpa dei lavoratori. Sono i manager che decidono, mica noi”. In conclusione, Serra contesta che i problemi “di questa azienda siano generati dal costo dei lavoratori. È solo uno specchietto per le allodole. Se siamo arrivati fin qui è perché l'attività che svolgeva Meridiana fino a cinque anni fa è stata spostata verso Air Italy. Di conseguenza sono aumentati a dismisura i numeri della cassa integrazione e degli esuberi. Per risolvere un po' questa situazione basterebbe riportare l'attività dentro Meridiana”.