Fiom, Fim e Uilm di nuovo assieme per ottenere il contratto. Si tiene oggi (lunedì 4 aprile) a Bologna, dopo ben otto anni, l’attivo unitario dei metalmeccanici dell’Emilia Romagna per decidere la gestione dello sciopero di quattro ore proclamato per il 20 aprile. In platea 1.500 lavoratori, in rappresentanza degli oltre 200 mila della regione. Sul palco i tre segretari generali Marco Bentivogli (Fim Cisl), Maurizio Landini (Fiom Cgil) e Rocco Palombella (Uilm-Uil). I sindacati chiedono “un contratto collettivo che garantisca il reale potere di acquisto del salario, qualifichi le relazioni industriali, estenda la contrattazione di secondo livello, migliori le condizioni di lavoro, tuteli tutte le forme di lavoro, faccia ripartire gli investimenti e una nuova politica industriale”.

L’appuntamento di Bologna è il terzo di una serie di attivi unitari che si stanno svolgendo in tutta Italia. Il primo si è tenuto giovedì 30 marzo a Torino, il secondo venerdì 1 aprile a Napoli (rispettivamente per i delegati di Piemonte e Campania). “Al tavolo si sta giocando la possibilità non solo di fare un contratto bello o brutto, ma il futuro dei due livelli di contrattazione” ha detto il leader della Fiom Maurizio Landini a Torino: “La strada indicata da Federmeccanica porta a una riduzione in prospettiva dei salari e a un aumento dell’orario di lavoro. Siamo di fronte a una fase nuova: o un contratto lo riconquistiamo insieme oppure non ce n’è per nessuno”. I prossimi appuntamenti sono quelli dei mille delegati del Veneto (in rappresentanza dei 240 mila lavoratori della regione), che si tiene mercoledì 6 aprile a Vicenza (presso il Centro congressi della Fiera), e dei delegati di Puglia e Basilicata, in calendario per venerdì 8 a Bari (presso l’Auditorium Spazio 7 della Fiera del Levante)

A sei mesi dall'avvio del negoziato (e già 13 incontri) per il rinnovo della piattaforma contrattuale la situazione sembra in una fase di stallo, soprattutto per quanto riguarda il nodo degli aumenti salariali, che secondo la proposta di Federmeccanica dovrebbero riguardare una quota minima di lavoratori (intorno al 5 per cento). Ma la trattativa, come ha sottolineato il segretario generale della Fiom Cgil, pone un tema più generale, quello delle relazioni industriali. “La proposta di Federmeccanica sul modello contrattuale non può essere la nuova modalità delle relazioni industriali” ha detto Maurizio Landini: “Si aprirebbe un conflitto molto serio con tutto il sindacato, non solo coi metalmeccanici, perché non pensiamo che i problemi si risolvano cancellando il contratto nazionale. Pensiamo che bisogna innovarli e ridurne il numero, ma i livelli devono restare due: nazionale e decentrato, sapendo che c'è un problema di produttività legato a bassi salari e scarsi investimenti”.