"Un'altra giornata di mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici perfettamente riuscita, con un'adesione media allo sciopero nei luoghi di lavoro superiore all'85 per cento". Così i tre segretari generali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil (Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella) si sono espressi congiuntamente in merito agli scioperi regionali tenuti oggi in Umbria, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Basilicata. Molto partecipate le manifestazioni regionali: decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno sfilato a Perugia, Genova, Trento, Udine, Bologna, Livorno, Senigallia, Roma, Napoli, Bari e Potenza.

Per sabato 11 giugno è invece previsto il blocco degli straordinari, mentre mercoledì 15 giugno sarà la volta di Sicilia, Sardegna e Calabria. La mobilitazione era stata proclamata unitariamente il 24 maggio scorso, nell'ambito della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, per sbloccare il negoziato avviato a novembre 2015 e ancora in stallo.

Ieri, secondo i sindacati, si sono registrate adesioni oltre il 90% e molte aziende sono rimaste chiuse. Migliaia di lavoratori sono scesi in piazza nelle quattro manifestazioni regionali e il leader Fiom Maurizio Landini dall'iniziativa di Vicenza ha detto: "La risposta venuta dai lavoratori è la più bella che si poteva dare, una risposta forte e unitaria”.

Fim, Fiom e Uilm protestano contro le posizioni di Federmeccanica e Assistal  che hanno di fatto interrotto il negoziato. Il nodo resta sempre quello dell'adeguamento del salario, che in sostanza le associazioni datoriali vorrebbero garantire ad una fetta minima dei lavoratori. la richiesta rivolta a Federmeccanica è quindi quella di sbloccare la vertenza contrattuale e di abbandonare le sue posizioni di chiusura totale, caratterizzate, secondo i sindacati, “dalla volontà di annullare il valore del contratto nazionale e di non concedere aumenti salariali ai lavoratori del settore".

L’obiettivo, ora, è quello di "intensificare le azioni di lotta per sbloccare la trattativa prima delle ferie estive, scongiurando così il rischio di perdere un intero anno di contratto nazionale".