“Il gruppo Max Mara fa beneficenza per i bambini del Venezuela, ma se l'azienda è buona verso il mondo, lo è un po' meno verso i propri dipendenti”. A dirlo sono i delegati sindacali della Filtea Cgil, in una lettera aperta rivolta ai sette testimonial del progetto di beneficenza “Sussurri nell'aria”. Scrive Gregorio Villirillo, segretario della Filtea di Reggio Emilia: “Senza voler sminuire il valore dell'iniziativa, bella e certamente generosa, e senza voler contrapporre la situazione dei bambini del Venezuela a quella che vorremmo raccontarvi”, i delegati denunciano come “da oltre 30 anni Max Mara, tra le altre cose, non riconosce e non applica ai propri dipendenti del settore industriale (tra i 2 e i 3 mila, di cui l’80 per cento donne) il contratto nazionale e, a parte un’eccezione, nessun altro contratto collettivo”: una situazione da cui derivano conseguenze “non proprio buone”, come la mancata concessione del part-time o delle ore retribuite di permesso per motivi di studio. A darne notizia è l’agenzia di stampa Dire.