"Riteniamo che la Regione Marche contemporaneamente alla conversione dei piccoli ospedali debba procedere a potenziare tutta la rete dell’emergenza/urgenza optando per una gestione diretta dell’intero servizio". Lo scrivono in una nota Roberto Rossini, segretario generale Fp Cgil di Pesaro e Urbino, e Simona Ricci, segretaria generale Cgil Pesaro. "Anche alla luce dei recenti fatti di cronaca, riteniamo che le aziende sanitarie debbano occuparsi direttamente, con mezzi e personale proprio di questo delicato servizio - affermano i due dirigenti sindacali - procedendo dunque a investire risorse per dotarsi di ambulanze moderne e tecnologicamente avanzate, nonché di personale sufficiente, partendo dalla stabilizzazione del personale precario sia per quanto attiene alle figure degli autisti soccorritori, sia per quanto riguarda il personale sanitario specializzato e formato allo scopo".

"Allo stesso tempo - aggiungono Rossini e Ricci - ci piacerebbe avere rassicurazioni in merito alla volontà di proseguire verso una reale integrazione nei servizi tra l’azienda Marche nord e l’area vasta, troppo spesso annunciata e non sempre praticata nei fatti. Vorremmo avere rassicurazioni in merito alle programmate assunzioni di personale sanitario che avrebbe dovuto effettuare l’area vasta per poi essere utilizzate in ambito ospedaliero anche al fine di poter concretamente abbattere le liste di attesa, che prevalentemente si concentrano nei servizi di diagnostica".

Altro elemento che la Cgil considera fondamentale per arrivare all’applicazione del nuovo modello sanitario regionale, passa dalla "implementazione dei posti letto di medicina e lungo degenza (almeno 40) che la stessa normativa regionale prevede che vengano realizzati nella nostra area vasta dei quali vorremmo sapere se, quando, dove e in quanto tempo verranno realizzati".

"Infine - concludono i segretari di Cgil e Fp di Pesaro - in merito al contrasto alla mobilità passiva, piuttosto che ipotizzare 'soluzioni lombarde', a distanza di quattro anni dalla costituzione dell’azienda Marche Nord, forse sarebbe auspicabile che il nuovo Presidente della Regione decida di iniziare a costruire la nuova struttura, magari chiarendo con quali risorse finanziarie intende procedere in tal senso. Dopo anni di attesa sul punto non ci si può limitare a rimandare la responsabilità ai sindaci di Pesaro e Fano e alla loro incapacità a trovare un accordo in merito al luogo su cui costruire la nuova azienda. Non c’e’ più tempo - insistono Rossini e Ricci - bensì rimane il bisogno per l’intera provincia di avere un’azienda ospedaliera moderna dotata di strutture e professionisti adeguati alle esigenze dei cittadini".

La conclusione della nota Cgil è dedicata al rapporto tra sanità pubblica e privata: "Non si può pensare di mettere in competizione nel servizio sanitario regionale un pubblico preventivamente e fortemente indebolito con un privato orientato al profitto - affermano i dirigenti sindacali - pronto ad investire nel deserto della sanità pubblica che si è volutamente scelto di preparare per questo scopo e già avvantaggiato in partenza avendo costi contrattuali e condizioni di lavoro di gran lunga lontani dal sistema pubblico. Per non parlare poi di Montefeltro Salute, la cui "mission" andava verificata, in base alle decisioni assunte dalla stessa regione, un anno fa e che, a quanto pare, visti i risultati, più che una possibile partnership pubblico privato per "sconfiggere" la mobilità passiva verso la Romagna si è rivelata la porta principale per l'ingresso dei privati nel sistema ospedaliero provinciale"