“Apprendiamo che la Regione ha adottato una DGR con la quale autorizza la contrattualizzazione di 400 posti letto di RPA (Residenza Protetta Anziani). Sul piano quantitativo la misura è condivisibile perché dà finalmente concretezza a quanto concordato tra Regioni e Organizzazioni sindacali nell'Accordo del Febbraio 2014. Molto severo è però il nostro giudizio sulle modalità di adozione del provvedimento, deliberato senza alcun confronto con le parti sociali”. È quanto scrivono in una nota Cgil, Cisl e Uil delle Marche, insieme alle rispettive federazioni dei Pensionati (Spi, Fnp e Uilp).

I sindacati esprimono anche “forti dubbi e riserve sulle effettive risposte che questa delibera dà al tema della sperequazione territoriale nella distribuzione dei posti letto”. Per Cgil, Cisl e Uil infatti il raggiungimento del limite del 60% dei posti letto convenzionati, rispetto a quelli operativi, sulla base dei dati conosciuti, “rischia di rispondere più alle esigenze di equilibrio economico dei soggetti gestori che ai reali bisogni di assistenza registrati nei territori, come delineati nell'Atto di fabbisogno della Regione ed emersi nelle rilevazioni delle organizzazioni sindacali”.

“La stessa condivisa trasformazione in 229 posti letto, delle risorse dell'ADI (assistenza domiciliare integrata) destinate alle residenze protette, rischia di aggravare lo squilibrio territoriale”, avvertono i sindacati. In ragione di queste criticità, Cgil, Cisl e Uil sollecitano la Regione a “recuperare il deficit di confronto, rendendo nota l'effettiva distribuzione dei 400 posti letto e riattivando la discussione anche a livello territoriale con il coinvolgimento delle parti sociali e delle Conferenze dei Sindaci”.

Fondamentale rimane inoltre per i sindacati, sulla scorta dei provvedimenti adottati, “un'azione di monitoraggio della Regione, volta ad abbinare al convenzionamento delle strutture, l'applicazione degli accordi tesi al contenimento delle rette”. Altrettanto importante “la ripresa del confronto sul piano di collocazione delle Case della Salute, anche di bassa e media complessità, per rispondere alle esigenze di assistenza territoriale delle popolazioni”.