Una catena di no alla manovra economica del governo che scarica i problemi del Paese “tutti sulle nostre spalle”. Le spalle sono quelle di lavoratrici, lavoratori, del pubblico e del privato, di giovani precari e pensionati. In altre parole, le spalle delle categorie più deboli del Paese.

E queste categorie c'erano tutte, questa mattina, alla protesta organizzata sotto la sede della Camera del Lavoro di Perugia. Una catena umana formata da oltre 200 lavoratrici e lavoratori che si sono stretti, in maniera non simbolica, intorno alla Cgil. Molti di loro indossavano cartelloni bianchi, rossi e verdi, preparati nei giorni precedenti da un gruppo di lavoro formato da operai e studenti, con scritto “Evasione fiscale, risanamento, debito pubblico, cricche e furbetti, tagli alla sanità, condono edilizio, scudo fiscale: tutto sulle nostre spalle”.

Con loro anche un gruppo di lavoratori della Merloni, che hanno preso parte alla manifestazione per ricordare la situazione sempre più critica in cui versano. E non mancava anche una significativa rappresentanza di giovani precari della Nidil Cgil, che hanno indossato per l'occasione delle maschere bianche a testimoniare la loro condizione di “fantasmi nella società”.

La catena umana si è dispiegata lungo via del Belocchio tutto intorno alla sede sindacale (qui le foto). Al termine della manifestazione, un gruppo di lavoratori in rappresentanza delle varie categorie presenti ha dato vita ad una breve conferenza stampa nella quale sono state spiegate le ragioni che porteranno ad incrociare le braccia per lo sciopero generale del prossimo 25 giugno.