Oggi, martedì 20 marzo, a Villa Poma (Mantova) un trasportatore di 50 anni è deceduto cadendo dal tetto del proprio camion. Ieri a Bollate (Milano) un lavoratore addetto alla consegna della posta di 41 anni ha perso la vita per un incidente stradale, mentre svolgeva il servizio su uno scooter. Solo due giorni fa un operaio di 65 anni moriva schiacciato da un macchinario in un’azienda di Legnano (Milano) in cui risultava assunto il giorno prima. "Da inizio anno - scrivono in una nota Cgil, Cisl e Uil della Lombardia - sono ormai dodici gli infortuni mortali sui luoghi di lavoro, senza contare quelli in itinere: è un costo sociale altissimo. In una regione ad alto sviluppo economico come la Lombardia, è inaccettabile che si continui a morire di lavoro".

"Bisogna intervenire con urgenza - insistono i sindacati - oltre a denunciare puntualmente il ripetersi di questi gravi fatti, abbiamo lavorato a una piattaforma rivendicativa a partire dai livelli territoriali. Non più tardi di lunedì scorso, nell’ambito di questo percorso, i lavoratori del settore meccanico hanno dato vita a un’affollata assemblea che ha avuto al centro i temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro".

Secondo i sindacati lombardi, "la prevenzione efficace si realizza attraverso il pieno coinvolgimento di tutti i soggetti, a partire dai datori di lavoro, cui spetta il compito di guardare non solo al profitto ma a garantire un lavoro dignitoso, fino ai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il ruolo delle istituzioni - aggiungono Cgil, Cisl e Uil - dev’essere altrettanto determinato nel perseguire questi obiettivi, destinando adeguate risorse, comprese quelle provenienti dalle sanzioni ai trasgressori, non limitandosi ad annunci di stampa nella campagna elettorale".

"Uno dei primi impegni che chiediamo alla nuova Giunta regionale è di convocare il tavolo con le parti sociali, per individuare un piano di azioni concrete da mettere in campo subito per fronteggiare questo quotidiano stillicidio di vite umane", concludono i sindacati.