“Quattro righe e 48 per rivoluzionare il mondo del lavoro. Domani la giunta di Roberto Formigoni approverà il pacchetto di misure per lo sviluppo e l'occupazione”. Questo l’incipit dell’articolo con cui il Corriere della Sera racconta la legge “Cresci Lombardia”, come l'hanno ribattezzata al Pirellone, e le reazioni delle parti sociali lombarde. La legge introduce di fatto un parziale superamento dell'articolo 18 per i dipendenti da ricollocare sul mercato del lavoro, attraverso "una 'indennità di terminazione' di durata e d'importo proporzionati all'anzianità di servizio del lavoratore, in cambio della rinuncia espressa da parte di quest'ultimo a qualsiasi rivendicazione giudiziale”.

Un risarcimento in caso di esubero, insomma, e addio all'impossibilità di licenziare senza giusta causa
. Formigoni assicura “Non c'è nessuna gara, ma nemmeno la voglia di aspettare, perché siamo la Lombardia, la regione più produttiva d'Italia” e prova anche a minimizzare: “Non è un'abolizione dell'articolo 18. Non è la Regione che fa contratti. Si tratta di misure che siamo pronti a varare per facilitare il dialogo fra le parti sociali in vista della contrattazione territoriale”.

Sul progetto sono critici gli industriali (indebita ingerenza sui fondi paritetici interprofessionali e costi aggiuntivi per le imprese, le accuse). È molto critica anche la Cgil  (per l’attacco all’articolo 18 e ai contratti nazionali). A favore invece, proprio per la contrattazione regionale, Cisl e Uil lombarde