“La marcia indietro del governo rappresenta un atto di debolezza, che rimanda, ancora una volta, il riconoscimento dei diritti dei cittadini migranti nati e cresciuti nel nostro Paese. A settembre si voti e si approvi lo Ius soli”. Con queste parole, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, commenta il rinvio in autunno della discussione in Senato del ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia.

“Questa decisione – prosegue la dirigente sindacale – rappresenta una pesante conseguenza del gravissimo ritardo culturale e politico italiano sulle questioni legate all'integrazione degli immigrati che risiedono stabilmente nel nostro Paese e di cui si sentono pienamente cittadini. Ritardo per cui partiti e Parlamento hanno grandi responsabilità, anche per aver assecondato nella pubblica opinione una deriva con cui oggi, soprattutto a pochi mesi dalle elezioni, è difficile fare i conti”, sostiene la leader Cgil.

“In autunno non si pongano altri ostacoli a una legge che parla di democrazia e civiltà, il cui cammino è iniziato nel 2012 con la raccolta di oltre 200.000 firme da parte della campagna nazionale 'L'Italia sono anch'io', di cui facciamo parte”, conclude la sindacalista.