Il 22 marzo si celebra la 22^ giornata mondiale dell'acqua voluta dalle Nazioni Unite. “Oggi nel mondo abbiamo 740 milioni di cittadini che non hanno accesso a questo bene. Anche in Italia abbiamo un problema con l'acqua, quello di mantenere vivo e soprattutto fruibile questo bene comune che è vitale.” A dirlo è Domenico Di Martino, responsabile del dipartimento ambiente e territorio della Cgil, ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1.

“A questo proposito - continua Di Martino - nei giorni scorsi Cittadinanza attiva ha reso noti i risultati di un'indagine sui costi sostenuti dai cittadini italiani per il servizio idrico integrato nel corso del 2014, denunciando reti colabrodo e tariffe per l'acqua che continuano a crescere. Tra l'altro, lo Sblocca Italia e la stessa legge di stabilità che è stata approvata, non delineano ancora con precisione, dove si vuole andare a parare rispetto alla gestione dell'acqua e delle risorse. Su questo è aperta una grande discussione, anche sul territorio. Penso che ci saranno delle trattative che entreranno nelle piattaforme territoriali e si discuterà su come mantenere in piedi la volontà popolare che è quella che l'acqua resti pubblica, come ha confermato il referendum di 4 anni fa”.

Una volontà che non è stata finora molto rispettata. “Oggi - spiega il responsabile ambiente della Cgil - il servizio idrico, sul piano tariffario, è gestito dall'Agenzia di controllo delle altre bollette. Come Cgil abbiamo invece chiesto un'agenzia a parte, che gestisse direttamente la risorsa idrica. Perché abbiamo un problema enorme in Italia, che è quello del recepimento della direttiva europea 2060. Finora si sono messe delle toppe per non incorrere in sanzioni, ma una decisione ben precisa ancora non è stata presa. In realtà, in Italia, abbiamo una ricchezza idrica notevole, però mal gestita. Le responsabilità sono troppo frammentate, abbiamo la bellezza di 43 autorità di bacino che fanno capo alle regioni, mentre con la direttiva europea si dovevano costituire i famosi distretti idrogeologici, due per regione.”

“E poi, quando parliamo di acqua, - conclude il dirigente sindacale - non parliamo solo di acqua in senso stretto. Ma parliamo anche del territorio, dei corsi fluviali, delle sorgenti, dell'erosione delle coste, dell'inquinamento del mare, del ciclo dei rifiuti che arrivano al mare della questione dei depuratori e delle fogne. Noi abbiamo appoggiato la legge per la penalizzazione dei reati ambientali, ma per come è stata approvata dal Senato, a nostro avviso è insufficiente. Per questo stiamo preparando insieme alla Ces una piattaforma rivendicativa sulla tutela ambientale e stiamo dando il nostro contributo. Stiamo preparando delle risposte precise ai quesiti che ci pone il rispetto dell'ambiente”.