La scuola c'è. Istituti di ogni ordine e grado – da Nord a Sud – sono mobilitati da giorni con iniziative di vario tipo in solidarietà nei confronti di Rosa Maria Dell’Aria”, professoressa dell’Istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, sanzionata dall’Ufficio scolastico provinciale per aver “consentito” agli studenti di evidenziare analogie tra le leggi razziali del 1938 e l'attuale decreto sicurezza.  E proprio a Palermo oggi, 24 maggio, si svolgerà un'assemblea aperta e una fiaccolata a difesa della libertà d'insegnamento organizzata da Flc Cgil, Fsur Cisl, Uil Scuola, Snals Confasal e Gilda Unams e associazioni degli studenti.

Un attacco duro alla libertà d'insegnamento sancito dalla nostra Costituzione e poco importa che ieri (23 maggio) in prefettura i ministri Matteo Salvini e Marco Bussetti abbiano incontrato la docente e che il ministro dell'Interno abbia annunciato che "il provvedimento punitivo sarà rivisto, la professoressa tornerà subito in classe e con lo stipendio. È stata una richiesta mia e di Bussetti, che parlerà con il provveditore" .

La mobilitazione, infatti, va oltre il provvedimento di sospensione ricollegandosi, si legge in una nota unitaria  "all'azione condotta dai sindacati per contrastare i progetti di regionalizzazione del sistema scolastico, che vedrebbero fra l'altro aumentare il rischio di invadenza della politica rispetto all'esercizio dell'autonomia professionale degli insegnanti e della scuola". Non mancano, per le organizzazioni dei lavoratori, preoccupanti segnali, fra cui rientrano anche i fatti di Palermo; inaccettabili tentativi di condizionamento che si accompagnano a una crescente marginalizzazione della professionalità docente".

E “il fatto che i ministri dell’interno e dell’istruzione abbiano voluto incontrare l’insegnante Dell’Aria – affermano i segretari generali Sinopoli, Gissi, Turi, Serafini e Di Meglio – quasi a voler prendere le distanze dall’operato dell’Ufficio Scolastico, non basta a considerare chiuso il caso: quel provvedimento va annullato, perché manifestamente infondato, e questa vicenda segnala comunque l’esigenza di interventi normativi o contrattuali di garanzia per evitare ogni rischio di invadenza della politica nella sfera dell’autonomia professionale e dell’autonomia scolastica che potrebbe aumentare qualora il governo del sistema fosse affidato alle singole regioni”.

“A far prevalere atteggiamenti di prudenza e di dialogo da parte dei ministri Salvini e Bussetti – proseguono – ha sicuramente contribuito proprio l’immediata e forte reazione del mondo della scuola, la cui voce si è levata in tutta Italia, ottenendo importanti attestati di condivisione e solidarietà anche in ambito internazionale, e che domani a Palermo ancora una volta si farà sentire in modo chiaro e determinato”. L'iniziativa di Paler

La mobilitazione va avanti da giorni e ha visto martedì 21 maggio nelle scuole di tutta Italia il "Teacher Pride", ossia la lettura (nella prima ora di lezione) degli articoli 21 e 33 della Costituzione, accompagnato dalla realizzazione di assemblee e momenti di discussione sull’accaduto. E che vede oggi venerdì 24 maggio a Palermo l’iniziativa nazionale “#liberidinsegnare #liberidimparare”, organizzata da Flc Cgil, Fsur Cisl, Uil Scuola, Snals Confasal e Gilda Unams, che si caratterizzerà con una grande assemblea (ore 17) all'Iti Vittorio Emanuele III (in via Duce a della Verdura 48) aperta e una fiaccolata (ore 19.30), dove già il 17 maggio si era svolto un presidio di solidarietà. Contemporaneamente, altre iniziative analoghe si svolgeranno a livello locale in tutta Italia. Perché se è vero che è stato annunciato il reintegro della docente, "ci aspettiamo le scuse delle istituzioni scolastiche coinvolte nella decisione di sospenderla e un incoraggiamento per i suoi studenti che devono avere ancora fiducia nella scuola e nell'espressione libera del loro pensiero, anche quando dovranno sostenere opinioni difficili da condividere", commenta la Flc in una nota.

“Colpisce la solerzia dell’amministrazione nel procedere contro una docente 'colpevole' di aver interpretato il proprio ruolo professionale per promuovere cultura, spirito di iniziativa, pensiero critico e senso civico, secondo il compito che la Costituzione affida alla scuola pubblica”, ha spiegato nei giorni scorsi la Flc Cgil nazionale: “In un Paese dove si lasciano morire le persone in mare, si sanziona chi salva vite, si escludono dalle mense bambini in condizioni di povertà, soprattutto se stranieri, si introducono grembiulini, telecamere e altri strumenti di controllo coercitivo, risulta fuori dal coro, quindi evidentemente inaccettabile, la voce di una lavoratrice, docente della scuola dello Stato, che nel suo lavoro mette cuore e testa, impegnandosi in prima linea per educare alla cittadinanza attiva e consapevole, offrendo agli studenti gli strumenti per capire e per cambiare il mondo”.

Anche la Cgil e la Flc Palermo hanno espresso preoccupazione per il clima di tensione che vede al centro le istituzioni scolastiche del territorio palermitano “e che tende a indebolire l'autonomia scolastica e la libertà di insegnamento”. Il riferimento è non solo al caso della professoressa Dell'Aria, ma anche a quello di un dirigente scolastico dell'Ipsea che ha revocato l'autorizzazione a una manifestazione programmata nella sua scuola perché rischiava di essere connotata politicamente. “Troppo spesso il personale della scuola viene insultato, deriso, denigrato, da personaggi più o meno noti, che dimenticano che un docente, nell'esercizio delle sue funzioni, rappresenta un pubblico ufficiale, quindi le istituzioni”, hanno dichiarato il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e il segretario generale Flc Cgil Palermo Franca Giannola: “Questi comportamenti non fanno che diminuire e depotenziare l'autorevole funzione sociale e il ruolo degli educatori e dell'istituzione scuola, più in generale. In entrambi i casi nel mondo della rete si sono scatenate le esternazioni, in una gara in cui ciascuno si sente autorizzato a chiedere provvedimenti disciplinari nei confronti dei docenti, fino al licenziamento”.