I lumbard, si sa, sono innamorati della Svizzera. E poco importa se la Lombardia è una regione a forte vocazione global. Si sentono, e a ragione, global le imprese lombarde, i cui dirigenti viaggiano continuamente verso i cinque continenti, perché quando si tratta di affari, si sa, certe pruderie autarchiche vengono meno. Si sentono global i giovani, che per effetto della crisi e delle politiche non favorevoli dei nostri governi sono più apprezzati all’estero, dove trovano lavoro. E poi: Milano vicino l’Europa.

Ciononostante la Regione Lombardia si appresta a darsi un tono elvetico, perché suona bene. Il presidente leghista Maroni, fatta la riforma monca-causa-arresti della sanità, ha preparato adesso una proposta di “riordino del livello intermedio di governo del territorio tra i Comuni e la Regione Lombardia” (tradotto: ciò che dovrebbe sostituire, dopo lo svuotamento, le ex province), che sancisce la nascita di ben otto Cantoni lumbard, al posto degli attuali dodici enti di area vasta.

Non c’è dubbio: ne sentivamo tutti il bisogno! Oh, per carità, non ci sono le idee chiare su cosa dovrebbero fare o non fare. Per questo chiede ai sindaci, ai presidenti delle attuali ex province, ai prefetti, volendo anche a rappresentanti di imprese e sindacati, di dire cosa potrebbero fare secondo loro. E non si pongano nemmeno vincoli alla fantasia: ciascuno può immaginare anche compiti e funzioni diversi per i Cantoni (“a macchia di leopardo”). Purché si facciano, entro due mesi.

Nel frattempo il nostro si accontenta di istituire un doppione dell’Autorità nazionale anticorruzione. Non importa se cambierà poco nel fare vera pulizia da scandali e malaffare che attanagliano la sanità lombarda nonostante le ramazze antiformigoni. Ma si sa, a noi ci piaceva l’Anac che ha già il suo Cantone!