“I valori del lavoro sono il cemento della società, pertanto il lavoro è cultura”. In questo modo Vincenzo Cerami ha magistralmente sintetizzato quanto detto durante il convegno “A partire dall'Apollon. Lavoro e cultura ieri e oggi”, che si è tenuto giovedì 5 febbraio a Roma, presso la Cgil nazionale.


VIDEO: Ugo Gregoretti e l'Apollon

L’incontro è stato organizzato dalla Regione Lazio, dalla Fondazione Di Vittorio, dall'Archivio storico della Cgil di Roma e del Lazio Manuela Mezzelani e dalla Slc Cgil nazionale a quarant’anni di distanza dall'autunno caldo, per riflettere su cos’è stato allora e cosa continua ad essere oggi il rapporto tra mondo del lavoro e mondo della cultura. Il convegno ha visto, oltre a quella dello scrittore premio oscar per “La vita è bella”, la partecipazione del pittore Ennio Calabria, del regista Riccardo Milani, di Giulia Rodano, Emilio Miceli, Agostino Megale, Claudio Di Berardino e Carlo Ghezzi. Protagonista assoluto, però, non poteva che essere Ugo Gregoretti, regista ed autore del Film “Apollon. Una fabbrica occupata” da cui ha preso spunto la discussione.

Il biennio di intense lotte sindacali 1968-1969, infatti, è stato dominato a Roma dalla lunga occupazione dell’Apollon, raccontata da Gregoretti in quella storica pellicola. Con il sostegno di un gruppo di cineasti e intellettuali, a cominciare da Cesare Zavattini, il film interpretato dagli operai dell’Apollon, venne proiettato “clandestinamente” in tutta Italia e consentì di raccogliere 60 milioni di lire a favore della lotta. Fu quello l’esempio più eclatante di un nuovo rapporto che sui stava creando tra lavoro e cultura.

Nel febbraio di quell’anno stesso anno, tra l’altro, ci fu il clamoroso sciopero degli attori di cinema, teatro e televisione e qualche mese dopo la contestazione della Mostra di Venezia da parte degli autori cinematografici, capitanati dallo stesso Gregoretti. Il culmine di quella stagione, però, fu la grande manifestazione-spettacolo promossa dal sindacato romano il 22 gennaio 1972 a favore delle fabbriche occupate, che ebbe, tra gli altri, il sostegno di Eduardo De Filippo, Nanni Loy, Elio Petri, Francesco Rosi, Ettore Scola, Franco Solinas, Luchino Visconti, Gianmaria Volonté, Paolo Villaggio e Vittorio Gassman.

Si parlava allora di lotte per sottrarre i mezzi di comunicazione di massa dal controllo del potere politico, per la riforma democratica della Rai, per una nuova politica cinematografica, del teatro e della cultura musicale. Oggi, dopo 40 anni, le parole d’ordine sono cambiate ma le esigenze restano le stesse. Come ha affermato Ennio Calabria, uno dei protagonista di quelle battaglie, di fronte ai tagli selvaggi alla cultura messi in atto dal governo Berlusconi e alla crisi economica che sta attanagliando il paese, “l’arte continua ancora oggi a rivendicare la propria strutturale appartenenza al sociale”.

La giornata è poi continuata con la proiezione dell’Apollon e si è conclusa con quella del film “I compagni” di Mario Monicelli, alle 21 alla Casa del Cinema. Si è trattato, però, solamente del primo appuntamento di una rassegna cinematografica sul tema che si terrà in molte sale di Roma e del Lazio dal 16 febbraio all’8 maggio prossimi.