"Nella riforma del governo c'è un evidente profilo di incostituzionalità che riguarda i diritti di cittadinanza, non quelli legati al lavoro, e che non può reggere nemmeno il più elementare degli esami di diritto costituzionale". A spiegarlo è l'avvocato Gianluigi Pellegrino, che rappresenta il Pd in diverse questioni giudiziarie, a proposito della disposizione sull'articolo 18 per i licenziamenti economici.

Pellegrino richiama gli articoli 24 e 3 della Costituzione e chiarisce: "La riforma ha fatto una scelta, quella di rendere più flessibile l'uscita, ma non di renderla senza criteri o arbitraria. Una volta che si sceglie di passare al sistema di lasciare al giudice l'opzione reintegro o indennizzo si deve farlo per tutti, lo dice la Costituzione, oppure ci si trova di fronte all'arbitraria liberalizzazione del sistema", spiega all'Adnkronos.

Il legale sottolinea che "quella formulazione non può reggere, qualunque giudice direbbe che non si può individuare un criterio generale e poi un meccanismo che lo elude. E' come mettere una cellula tumorale in un sistema sano". Ma Pellegrino sottolinea che "individuato l'errore si individua anche la via d'uscita: riportando a Costituzione le norme che ha previsto, il governo non farebbe altro che comporre il quadro politico, fare quello che il Pd sta chiedendo per ragioni politiche".