Sul palco di piazza San Giovanni Chiara Millo, dipendente della Mercatone uno di Monfalcone in Friuli Venezia Giulia, presente in Italia con oltre 90 punti vendita. "Da oltre un anno la riorganizzazione del lavoro da noi si chiama flessibilità e fungibilità. Questo, per poter tenere il passo della concorrenza e per non perdere terreno, ci raccomandano i responsabili del gruppo. Sono le due nuove parole d'ordine del commercio in tempi di crisi: perciò siamo costretti a lavorare anche a Ferragosto, perché così risolleviamo le sorti del mercato. Oppure il 25 aprile, perché qualche cliente potrebbe venire a comprare proprio quel giorno lì. O addirittura il 1 maggio, magari c'è qualcuno che desidera acquistare magari una scopa elettrica".

"I veri servizi essenziali sono diventati nella nostra società i centri commerciali: per questo noi dipendenti dobbiamo lavorare sette giorni su sette, dobbiamo essere sempre disponili, festivi e straordinari compresi. Molti di noi sono diventati prigionieri di un part time, che prima li tutelava e ora invece gli rende la vita davvero invisibile. Il mondo del commercio è diventato tutto questo. Malgrado ciò, Cisl e Uil hanno firmato di recente un contratto nazionale palesemente peggiorativo della nostra condizione e dei nostri diritti, che la Cgil non ha voluto firmare e non firmerà mai. Il nostro è un mondo apparentemente magico, pulito, asettico, con l'aria condizionata d'estate e ben riscaldato d'inverno. Siate sempre umili e servili con i clienti, comunque vada e qualunque sia la loro richiesta: solo questo ci chiedono alla direzione commerciale, tutto il resto per loro non ha importanza".