Il conto alla rovescia è iniziato: Fuocoammare va all'Oscar. Il documentario di Gianfranco Rosi, girato sull'isola di Lampedusa, domenica 26 febbraio sarà protagonista della notte degli Oscar: entrerà nella sede all'Academy Awards come candidato alla statuetta per miglior documentario. Vedremo come ne uscirà. È, questo, il culmine della scalata della pellicola: presentata in concorso alla Berlinale 2016, il film ha vinto l'Orso d'oro trovando l'appoggio pesante del presidente della giuria Meryl Streep ("Questo film può vincere l'Oscar" disse, con lungimiranza, a febbraio dell'anno scorso). A seguire gli altri riconoscimenti, come le 4 candidature ai David di Donatello, in attesa del "colpo grosso" che tenterà tra qualche ora a Hollywood.

Il documentario - come ormai tutti sanno - inquadra la situazione di Lampedusa, pedinando la quotidianità di un bambino (Samuele) alternata agli sbarchi dei migranti. A raccontare il film è Pippo Fragapane, dj di Radio Delta di Lampedusa, uno dei protagonisti della pellicola. Lo ha fatto ai microfoni di RadioArticolo1 nella trasmissione Piazza del Lavoro, a cura di Davide Colella. "A partire da Berlino, dalla presentazione del film - ha esordito - è stato subito accolto molto favorevolmente, sia dalla critica sia dal pubblico. All'inizio confesso di non aver dato il giusto peso a Fuocoammare: dopo l'inizio dei premi e l'Orso d'oro ho iniziato a capirne l'importanza".

 

All'origine della sua partecipazione l'incontro con Rosi. "L'ho conosciuto in un locale in cui cantavo, a Lampedusa nella notte di Capodanno: mi ha chiesto il permesso di fare una foto. Nei giorni successivi mi ha chiamato e spiegato il progetto di Fuocoammare, ho accettato di fare parte". Il suo lavoro in radio si svolge in un luogo di frontiera: "A Lampedusa ci conosciamo tutti. In radio ci sono da quando ero bambino, ho iniziato in parrocchia: ora mi occupo di un programma che percorre la storia della canzone. È molto ascoltato, perché la storia della nostra musica piace a tutti".

Ecco il brano E vui durmiti ancora nella versione di Pippo Rallo, che si ascolta nel film:

A Lampedusa ogni giorno occorre fare i conti con gli sbarchi dei migranti, in fuga da situazioni drammatiche, guerre e povertà nei loro paesi. "Ricevere l'Oscar - riflette Fragapane - sarebbe considerato un premio per tutta la popolazione di Lampedusa. Si parla molto di assegnare il Nobel all'isola, ma già ottenere l'Orso d'oro è stata per noi una vittoria straordinaria".

Il profondo senso di accoglienza è ormai segno distintivo del luogo. "Accoglienti lo siamo sempre stati, è nella mentalità della nostra comunità di pescatori: gli sbarchi non sono iniziati ieri, come spesso si pensa, ma li abbiamo davanti dagli inizi degli anni Novanta. Oggi i turisti nella nostra zona cercano la natura, certo, le spiagge che assomigliano ai Caraibi: ma dopo l'esplosione del fenomeno migratorio vogliono anche conoscerlo, avvicinarsi ad esso. Vediamo turisti aiutare i migranti dopo uno sbarco".

Non è vero che la situazione di Lampedusa danneggia le visite, anzi: l'anno scorso il turismo è aumentato del 36%. "Siamo accoglienti con tutti - dice Pippo Fragapane -. A volte siamo stati strumentalizzati: è successo nel 2011 col governo Berlusconi, con Maroni ministro dell'Interno. C'era la primavera araba e la cosiddetta 'invasione' a Lampedusa: ci hanno dipinti in modo negativo, l'isola è stata messa alla berlina, eravamo sulla bocca di tutti. Ma noi accoglienti lo restiamo sempre - conclude -: siamo contro ogni muro e filo spinato, ovvero quello che oggi rappresenta Donald Trump".

(a cura di Emanuele Di Nicola)