Il 19 marzo parte un grande progetto sulla formazione organizzato dalla Cgil Calabria. Caterina Vaiti ne è la responsabile a livello regionale. “Da un paio d’anni – spiega la sindacalista –, stiamo cercando di riorganizzarci sul territorio. Tutto, all’insegna del rinnovamento e del reinsediamento. Al centro, c’è la figura dell’operatore polifunzionale, figura multitasking , di snodo tra la Cgil e i cittadini, che individua i problemi e trova le soluzioni anche all’interno delle più piccole Camere del lavoro territoriali”. Il progetto si articola in varie fasi. “Abbiamo distinto tre grandi appuntamenti: il primo a marzo con gli operatori polifunzionali, un altro ad aprile sulla formazione degli apprendisti e infine, l’ultimo a maggio, con una formazione ‘mirata’ sulla storia della Cgil”.

 

“Da un paio d’anni – dice Caterina Vaiti, responsabile della formazione per la Cgil calabrese –, stiamo cercando di riorganizzarci sul territorio. Le nostre parole d’ordine sono rinnovamento e reinsediamento. Stiamo investendo molto sulla formazione nella Regione rispetto ai bisogni della gente. “Anche l’articolazione progettuale in nord, centro e sud della Calabria è legata a un processo di riorganizzazione territoriale della Cgil regionale in una logica di cambiamento”, spiega Giancarlo Pelucchi, responsabile della formazione per la Cgil nazionale.

La formazione è lo strumento principale di tale riorganizzazione. “Organizzeremo classi da 25-27 persone – precisa Vaiti –, per un totale di 78 persone formate, individuate  tra coloro che gestiscono le Cdl e il personale dei servizi (fisco, previdenza, contrattazione). I temi al centro dell’offerta formativa saranno quelli dell’accoglienza, articolati per territori e contestualizzati zona per zona. E poi si parlerà di tesseramento e comunicazione”. Aggiunge Pelucchi: “Il modulo formativo è specifico a seconda dei territori. È inutile fare un corso uguale per tutti, perché la domanda di tutela sociale è differente da territorio a territorio, e poi perché le platee sono differenti”.

Inoltre, ci saranno attività formative parallele. “In aprile – rileva ancora Vaiti – cominceremo il percorso più innovativo, quello della formazione dei formatori, che prevede due moduli, partendo dal coordinamento regionale. Con l’obiettivo di fare almeno tre classi di prima elementare, cioè per delegati neoeletti. Il fine è costruire competenze di base per avere una gestione calabrese di quelle aule. Con i ragazzi e le ragazze del coordinamento formazione costruiremo le modalità con cui le persone parteciperanno attivamente alla formazione di base”.

L’investimento che la Cgil calabrese fa sulla formazione è cospicuo ed è proiettato sul futuro. “È un percorso di tre anni di formazione per far sì che si selezionino ed escano formatori dalla Cgil Calabria, formati da noi, rispetto a tematiche che sceglieremo nel corso degli anni. Sarà un percorso lungo, ma l’ambizione è quella di fare una formazione in casa – continua la dirigente sindacale –. La platea dei formatori da formare sarà ridotta rispetto a quella degli operatori polifunzionali. Selezioneremo persone di prima elementare, dirigenti e persone che provengono dalle aziende che possono dare un grande contributo al progetto. Ogni categoria sta già selezionando la gente da formare ad aprile”.

La confederazione si muoverà a maggio per un progetto particolare, che si chiama ‘La Cgil suona la campanella’: “È un nostro progetto di punta, rivolto alle nuove generazioni sulle figure che hanno reso grande il sindacato calabrese. Consegneremo loro a fine percorso un attestato con impressa la prima tessera della Cgil Calabria. L’obiettivo è che una volta l’anno tutte le Cdl suonino la loro campanella, aprendo le porte a tutti per far conoscere la storia dell’organizzazione. Faremo un concorso nelle scuole su chi ha fatto grande la Cgil calabrese”.

“L’8 e il 9 maggio ci saranno iniziative dedicate ai gruppi dirigente e ai delegati. – aggiunge Pelucchi –, mentre Il 10 e l’11 maggio verrà aperta la sede della Cgil agli studenti, avviando un percorso, assieme all’archivio nazionale Cgil, sulle memorie, sui pezzi di carta, sulle storie familiari per ricostruire la gloriosa storia della Cgil, fatta di uomini e di lotte che hanno fatto grande il sindacato calabrese. Non c’è solo la storia della Cgil di Lama e Trentin, ma anche le storie dei singoli lavoratori che hanno fatto grande la confederazione”.

“Anche in Calabria c’è stato un forte movimento per l’occupazione delle terre, come ad esempio i moti di Melissa, dove le protagoniste furono le donne che si batterono per l’affermazione dei loro diritti, e ogni anno Susanna Camusso depone una corona di fiori sulle loro tombe. Ricordo, in particolare la figura di Giuditta Levato, una contadina della provincia di Catanzaro, che ha perso la vita per il sindacato e per i lavoratori. Il nostro progetto continua e questi lavori diventeranno una mostra itinerante rivolta a tutti”, conclude Vaiti.  

“Il lavoro sta dando dei frutti importanti – chiude Pelucchi –. Abbiamo investito molto per rafforzare la rete e il miglior modo è crearla dove non c’era, come ad esempio in Calabria. Bisogna fare così, facendo in modo che territori come Campania, Puglia e Calabria finiscano in rete. Per farlo, ci vuole un grandissimo investimento in formazione e un percorso lungo e articolato di almeno tre anni. A sua volta, bisogna che le Camere del lavoro locali si dotino delle strutture adatte per fare formazione”.