Cosa si nasconde dietro il mito della ripresa spagnola? Ne abbiamo parlato con Fernando Lezcano López, segretario nazionale e portavoce delle Comisiones Obreras.

Rassegna In Italia alcuni sostengono che per riprendersi dalla crisi economica bisognerebbe seguire l’esempio spagnolo, che ne dice?

Lezcano López Non mi stupisce, chi afferma questa tesi appartiene a una corrente di pensiero economico corrispondente a una posizione politica che coincide con gli ispiratori della riforma del mercato del lavoro spagnolo. Ai cittadini italiani direi di rifiutare, per quanto possibile, l’adozione di queste politiche, perché hanno prodotto appena una debole ripresa, peraltro sottoposta a grande incertezza, visto che siamo ancora in un contesto molto avverso. Mentre nella società spagnola si è realizzata una frattura sociale senza precedenti, caratterizzata dall’incremento della povertà, la scomparsa di settori intermedi della società e l’esclusione. Il disastro sociale è così grande che sconsiglia di seguire quello che si è fatto da noi.

Rassegna La riduzione in atto del tasso di disoccupazione si deve alla riforma del mercato del lavoro attuata del governo, come dice Rajoy?

Lezcano López Assolutamente no. Per cominciare, gli ultimi dati dicono che, nel mese di agosto, si è perduta occupazione. È vero che nei mesi anteriori si era registrato un leggero miglioramento, che non può però ancora indicare un’inversione di tendenza e che si sostanzia in una distribuzione del lavoro esistente, piuttosto che nella creazione di nuova occupazione, attraverso la generalizzazione dei contratti a tempo determinato, con salari irrisori. Ad ogni modo, il costo sociale determinato dalla svalorizzazione del lavoro è grave.

Rassegna Che ripresa è quella dove la gran parte dei nuovi contratti è a tempo determinato?

Lezcano López È un tipo di ripresa che, ancora incipiente e precaria, si basa su un supersfruttamento del lavoro, attraverso la distruzione di occupazione e il deprezzamento del lavoro. I contratti a tempo determinato sono cresciuti notevolmente, con condizioni di precarietà e bassi salari che non garantiscono neppure la sussistenza: ora ci troviamo di fronte a persone che lavorano e sono povere, nel senso che avere un lavoro non garantisce dalla povertà.

Rassegna Una ripresa basata principalmente sul settore del turismo, alcuni parlano di una nuova “bolla turistica”, dopo quella del mattone...

Lezcano López In Spagna ci sono determinate condizioni climatiche che fanno del turismo un settore con molte potenzialità. Il problema sorge quando si entra in una sorta di sviluppo monosettoriale, che determina una situazione di grande vulnerabilità. Inoltre, parte delle imprese del settore ha optato per un modello turistico che finisce col degradare tanto le città come la convivenza tra i cittadini.

Rassegna L’ultimo rapporto Ocse sulle prospettive dell’occupazione denuncia la riduzione dei salari spagnoli come rischio di povertà per lavoratori e famiglie...

Lezcano López Effettivamente ci ha stupiti, perché dà ragione a noi che diciamo da tempo che è questo quello che sta succedendo nel nostro paese. E, insieme, perché viene da una istituzione che è tra gli ispiratori di politiche come la precarizzazione del mercato del lavoro.

Rassegna Ci sono oltre 2,5 milioni di disoccupati di lungo periodo senza alcun tipo di prestazione economica, cosa proponete?

Lezcano López Stiamo cercando di negoziare con il governo la regolamentazione di un reddito minimo come diritto soggettivo delle persone che, quantomeno, le aiuti a sopportare la situazione di difficoltà, finché non siamo in grado di creare occupazione in condizioni di qualità. La strategia di CcOo, in questa fase, ruota attorno a due elementi: il primo è la creazione di lavoro, pensando ai giovani e ai disoccupati di lungo periodo. Però, nel frattempo, la società deve proteggere i più deboli, che sono quelli che non ricevono nessun tipo di prestazione, come i disoccupati di lungo periodo che hanno difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro e le famiglie che non hanno nessun tipo di entrata economica.

Rassegna Perché è così difficile in Spagna cambiare la qualità del modello di sviluppo? Sta tornando tutto come prima della crisi...

Lezcano López Quello che sosteniamo come CcOo è che stiamo riproducendo il peggio del modello di sviluppo ante crisi, che ci portò a quell’esito: il fatto di scommettere sulla precarietà e i bassi salari è una caratteristica del modello anteriore, manca solo la bolla immobiliare; anche se pensiamo che, alla minima occasione, torneranno a scommettere sul mattone. Tutto questo ha diverse ragioni, che risiedono nel tipo di cultura della classe imprenditoriale, che ha le sue radici in un modello economico cresciuto durante la dittatura che si basava sull’autarchia. È una cultura imprenditoriale che rifugge dal rischio e che pensa alla crescita di profitti in grandi quantità e in molto poco tempo; che scommette di più sullo sfruttamento del lavoro che sull’investimento in strategie per il futuro, come tecnologia e formazione. Penso che questo tipo di cultura riduca molto le possibilità di cambiare il modello di sviluppo. Peraltro, non abbiamo mai trovato, nei diversi governi che si sono succeduti, la volontà politica di cambiare questo stato di cose.