“Neanche un emendamento è stato recepito, è la prima volta che un governo si comporta così”. Sebastiano Calleri, responsabile dell’Ufficio Salute e sicurezza della Cgil nazionale, è anzitutto stupito, prima ancora che amareggiato. Nella Gazzetta Ufficiale sono stati pubblicati i testi degli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs Act, e sostanzialmente nulla è cambiato da quando furono approvati nel Consiglio dei ministri del giugno scorso. “Avevamo preparato una tabella di emendamenti, è la prima volta che un governo non ne recepisce neanche uno” spiega il sindacalista in un’intervista a RadioArticolo1: “Questo è indice di una volontà ossessiva di andare avanti su certi temi senza ascoltare nessuno. Non solo i sindacati, alla cui voce ormai si presta poca attenzione, ma anche le associazioni datoriali, che su diverse parti dei decreti avevano condiviso la nostra posizione”.

I provvedimenti che interessano specificamente la salute e sicurezza sono quelli sulle semplificazioni e sull’Ispettorato nazionale (ossia l’agenzia che unisce in un’unica struttura i servizi ispettivi di Inps, Inail e ministero del Lavoro). Partiamo da quest’ultima. “Va detto, anzitutto, che occorrerà aspetterà i decreti applicativi per capire bene come funzionerà l’Ispettorato” illustra Calleri: “Ma c’è un problema evidente, ed è quello della famosa ‘cooperazione’ tra Ispettorato e sistema regionale sanitario, ossia Asl e Arpa. Di questa cooperazione non c’è traccia, per ora siamo alla mera ingegneria istituzionale”.

La questione delle semplificazioni ha più di un punto critico. La prima è quella del passaggio di “comando” del cosiddetto Comitato 5 (il nome completo è “Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro”), che passa al ministero della Salute, mentre finora era in capo a quello del Lavoro. “Il segnale che ci viene – spiega il responsabile Cgil – dalla scelta di affidare più competenze al ministero della Salute non ci piace. Questo ministero, infatti, ha problemi storici con le tematiche di salute e sicurezza: è sempre stato molto restio e reticente nell’applicare i dettati legislativi in questa materia, di salute e sicurezza si è sempre interessato poco. E lo dimostrano, ad esempio, le carenti politiche di sovvenzionamento e supporto ai servizi locali delle Asl”.

Il secondo aspetto contestato dalla Cgil è il cambiamento della composizione della “Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro”. Un’operazione “di disegno ideologico”, conclude Calleri: “La Commissione era accusata di farraginosità e lentezza. Come si risolvono questi problemi? Togliendo posti a sindacati e imprese, che sono corpi intermedi di rappresentanza generale, per darli ad associazioni di interessi assolutamente non generali oppure ad associazioni professionali specifiche”. Alla fine di agosto Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno siglato sul tema “un avviso comune, chiedendo al governo di non compiere quest’operazione, ma le nostre voci non sono state ascoltate. In questa maniera si cambia la governance della Commissione, riducendo sindacati e imprese a una sostanziale irrilevanza nell’espressione dei pareri della Commissione”.