“Nuovo modello di sviluppo e innovazione: quali politiche industriali? Quale azione sindacale?”. Nel lavoro che cambia la Cgil si avvia a grandi passi a delineare la sua strategia di politica sindacale e contrattuale per governare i repentini processi innovativi della produzione industriale. Un tema già approfondito dalla Conferenza di programma di Milano del gennaio scorso e che troverà una significativa tappa intermedia verso il Congresso del maggiore sindacato del paese nell’iniziativa in programma per oggi, 22 febbraio, a Roma (Centro Congressi Frentani) in un confronto fra le categorie industriali e non, insieme a studiosi ed esperti della materia.

Sarà la relazione del segretario confederale della Cgil, Vincenzo Colla, ad aprire alle 9.30 i lavori della giornata che prevedono, nella mattinata, gli interventi delle categorie nazionali e territoriali, e l’intervento conclusivo del segretario confederale Maurizio Landini. Dopo la pausa pranzo, la tavola rotonda coordinata da Luisa Grion, de La Repubblica, darà spazio alle valutazioni di Adriano Giannola, Presidente Svimez, Marcello Minenna, docente di finanza alla London Graduate School, Edoardo Reviglio, della Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Dosi, Direttore Università superiore Sant’Anna di Pisa, Laura Pennacchi, Consulta Economica Cgil, e Fabrizio Barca, economista.

Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, chiuderà la discussione dell’intera giornata di lavori intorno alle 17. “La Cgil annette grande valenza politica a questo appuntamento - commenta Vincenzo Colla - che non a caso si tiene in continuità con la conferenza di programma e in coerenza con le valutazioni generali scaturite da quella discussione. Cominceremo a individuare insieme alle categorie, e alla luce delle loro esperienze di settore, le operazioni attuative per un governo sostenibile dell’innovazione e della digitalizzazione. Filiere produttive e sistemi territoriali sono le nervature necessarie per competere anche nei sistemi avanzati della produzione, ma con un’attenzione stavolta davvero ineludibile al tema dell’ambiente ed alle sue stesse filiere. Potremmo dire che si tratta di contrattare i sistemi ambientali guardandoli dalla fabbrica”.

“La tecnologia non è neutrale”, anticipa Maurizio Landini, convinto che “al centro deve stare la persona e la qualità del lavoro. Per questo serve un’adeguata azione di contrattazione, a partire dalla fase di progettazione dei cambiamenti organizzativi e tecnologici dei processi di produzione. Un’azione sindacale - aggiunge - che necessita di un lavoro di analisi che deve necessariamente vedere protagonisti le lavoratrici ed i lavoratori. Questo è l’impegno su cui Cgil e categorie devono misurarsi per individuare la strategia più adeguata”.