“Amico e compagno di tanti anni nel lungo percorso del movimento dei lavoratori”. Così la Cgil ricorda Pietro Ingrao, scomparso all'età di 100 anni nel pomeriggio di domenica 27 settembre nella sua casa romana. “Uomo di altissima levatura morale, di grande integrità politica e passione civile” si aggiunge nella nota in cui si esprime “profondo cordoglio” per la scomparsa.

Appassionato anche il ricordo di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, di cui Ingrao era iscritto onorario. “Comunista, partigiano, al servizio del movimento operaio, sempre con un pensiero libero e critico, per trasformare e cambiare la società della mercificazione del lavoro e delle persone e affermare le bandiere della libertà, dei diritti civili, dello sviluppo del regime democratico” scrive Landini. Di lui ricorda l’assemblea tenuta, da presidente della Camera, il 10 febbraio 1978 alle acciaierie di Terni, dove si rivolse alle lavoratrici e ai lavoratori chiamandoli “fondatori e costituenti”, perché “la classe operaia, anima della Resistenza, è stata la forza fondamentale da cui è nata la Costituzione della Repubblica”. Nel rapporto con il sindacato, infine, il segretario Fiom sottolinea che Ingrao “non ha mai mancato di interrogarsi e di spronarci ad analizzare i processi sociali in Italia e nel mondo, e di conseguenza ad agire per fare del lavoro e delle persone i soggetti della trasformazione sociale e democratica”. 

Tanti i ricordi del dirigente politico che provengono dalla Cgil. “Ingrao, da comunista, ha rappresentato per il paese il più alto interprete delle istituzioni democratiche, al servizio del popolo. La loro funzione tutela i più deboli, i lavoratori, le donne, i giovani” scrive Florindo Oliverio, segretario della Cgil Funzione pubblica della Lombardia. “Lascia a tutti noi – conclude – quella passione per la ricerca continua, quella inesauribile. Coltivare il dubbio non porta all’apatia, ma all’azione. È curiosità. Ci ha insegnato a leggere la realtà, senza mai darla per conosciuta una volta per tutte. E come i fatti sociali non sono mai separati gli uni dagli altri”.