I numeri del Veneto sono terribili: un centinaio di vittime l’anno e quasi 75 mila infortuni di varia entità, a volte gravi e invalidanti. La classe d’età più colpita (più di un quarto del totale) è quella dai 51 ai 60 anni, ma preoccupa il costante incremento di incidenti tra i giovanissimi (+3,4 per cento rispetto al 2016). Le province più “pericolose” sono Vicenza e Verona, mentre i settori più a rischio sono quelli dell’agricoltura, della metalmeccanica e delle costruzioni. Infine, le cause dei decessi maggiormente riscontrate: la prima sono i colpi ricevuti dai materiali di lavoro, seguono il ribaltamento dei mezzi (come trattori, muletti e bobcat) e le cadute dall’alto o in profondità.

Una strage difficile da fermare, complici anche la precarietà del lavoro, la formazione insufficiente e i ritmi sempre più pressanti, che necessita di un mix di misure diverse, di un piano articolato di provvedimenti e soluzioni. È quanto propongono oggi (giovedì 22 marzo) Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil veneti nell’assemblea regionale di Rls e Rsu, che si tiene a Limena (Padova), alle ore 9 presso l’Hotel Crowne Plaza, alla presenza di 350 rappresentanti sindacali. L’appuntamento, denominato “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro al tempo di Industria 4.0. Il ruolo della contrattazione, le responsabilità dell’impresa”, segue due iniziative di sciopero regionale su questi temi che si svolte nei mesi scorsi. Numerosi gli ospiti, come Massimo Peca (Ispettorato del lavoro) e Giovanni Finotto (docente Università Ca’ Foscari). Per la parte sindacale intervengono i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm del Veneto (Massimiliano Nobis, Luca Trevisan e Carlo Biasin).

“Intendiamo voltare pagina – spiegano i sindacati dei metalmeccanici – rispetto a una situazione inaccettabile che dall’inizio dell’anno ha visto una serie di morti sul lavoro nella nostra regione, individuando assieme ai nostri delegati (Rls e Rsu) i punti critici e le soluzioni da praticare”. 
Il tutto sarà poi oggetto di un documento, da varare al termine dell’assemblea, contenente proposte e richieste da sottoporre sia alle imprese sia agli organi ispettivi e istituzionali. Riguardo il rapporto con la Regione, è intenzione dei sindacati chiedere un incontro al più presto per valutare gli interventi in tema di prevenzione, le risorse di cui si dispone e gli organici effettivi.

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Molte sono le questioni – continuano Fim. Fiom e Uilm – su cui si svilupperà la discussione, a partire dall’applicazione del contratto nazionale, che prevede avanzamenti in tema di salute e sicurezza e un rafforzamento del ruolo degli Rls”. Altro tema di discussione è la contrattazione di secondo livello, un ambito privilegiato “per rivendicare modelli organizzativi in cui la sicurezza delle persone prevalga sull’intensificazione dei ritmi produttivi e sul peggioramento della condizione di lavoro”.

Grande attenzione trovano anche i temi delle “nuove tecnologie che caratterizzano il nuovo paradigma produttivo di Industria 4.0, che devono essere orientate al miglioramento delle condizioni di lavoro”, e delle “condizioni dei lavoratori degli appalti, su cui spesso si scaricano i costi aziendali, con conseguenze negative sul piano della sicurezza, oltre che su quello delle tutele contrattuali”. 
L’ultimo ordine di questioni, infine, riguarda gli organi ispettivi (Spisal e Ispettorato) e la loro capacità d’intervento, non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi.