Costituitasi nel 1972, l'organizzazione sindacale indiana Sewa (Self Employed Women Association) organizza soprattutto donne provenienti dai settori dell’economia informale, che svolgono una varietà di attività, dalle confezioni ai ricami alla produzione di beedis (sigarette locali) e molto altro ancora. In India si stima che il 94 per cento della forza lavoro femminile sia impiegata nel settore informale.

Sewa rappresenta un’esperienza interessante e molto speciale nel suo genere, sia per la composizione della sua rappresentanza esclusivamente al femminile, sia per la struttura organizzativa molto articolata (dispone di cooperative, di una banca che facilita il microcredito alle donne sprovviste di mezzi e di una serie di servizi distribuiti capillarmente sul territorio per l’accesso ai beni essenziali). Per queste ragioni e per il successo della sua crescita – oggi conta 1.350.000 iscritte – è oggetto di studio in molte parti del mondo, sia industrializzato che non, e attira l’attenzione di parecchi visitatori interessati a conoscerne il modello.

Se recentemente è stato conosciuto nel mondo per un sanguinoso pogrom contro i musulmani (2002), il Gujarat ha una storia importante, fatta di cultura gandhiana e sindacale: è lo Stato di Gandhi, dove il Mahatma visse al ritorno dal Sudafrica e da dove fece partire la marcia del sale; è anche la regione dove nei secoli scorsi si sviluppò una fiorente produzione di ricami, tessuti e confezioni che ne fecero uno dei più rilevanti centri di raffinata esportazione tessile del mondo.

Su questo retroterra, Sewa lancia la propria missione per il riscatto delle lavoratrici più emarginate. Grazie alle azioni che ha messo in campo, nel Gujarat è stata approvata una legge per le lavoratrici a domicilio nel 1975 e successivamente è stato istituito un tavolo di concertazione presso il governo. Oggi Sewa chiede l’approvazione di una legge analoga negli altri Stati dell’Unione Indiana.

Nel quadro della cooperazione tra Progetto Sviluppo-Rete della Cooperazione Cgil e Sewa, si è tenuto nei giorni scorsi un seminario di cinque giorni sul “Decent Work” ad Ahmedabad, capitale del Gujarat. L’iniziativa ha costituito una delle attività previste dal corposo progetto triennale (che si concluderà ad aprile 2013), finanziato a Progetto Sviluppo dal ministero degli Affari Esteri, dal titolo “Rafforzamento della leadership di base ed empowerment delle donne per promuoverne i diritti nello Stato del Gujarat, in India”.

Questo progetto è finalizzato alla promozione dei diritti delle donne del Gujarat, mediante il potenziamento degli strumenti di comunicazione e di formazione a diversi livelli. Tra le principali attività ci sono gli interventi formativi per 12.000 militanti di base e dirigenti, per un approfondimento del programma dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) sul decent work.

I bisogni specifici, cui il progetto vuole rispondere, sono quelli conoscitivi, formativi e informativi: nel 1991 è stata costituita Sewa Academy, che è l’area su cui poggia l’implementazione del progetto di Prosvil e che ha una enorme potenzialità in termini di crescita. La lotta contro l’analfabetismo e l’obiettivo dell’educazione sono infatti riconosciuti da Sewa come elementi prioritari di avanzamento per la propria base.

Durante questi anni di svolgimento del progetto, Sewa ha messo a punto un dettagliato programma sull’attuazione dell’obiettivo del decent work, con tre finalità precipue: iscrivere il maggior numero di lavoratrici; sostenere la piena occupazione; riconoscere la piena autonomia economica e decisionale delle donne. Sono quattro i canali individuati per realizzare queste finalità, attraverso una fitta rete di servizi per le iscritte: l’organizzazione sindacale e la contrattazione, la formazione professionale, il rafforzamento dei meccanismi di sicurezza sociale (salute, assistenza per i bambini, assicurazione sociale, inclusa la casa), il sostegno all’accesso ai finanziamenti bancari.

La discussione che ha animato vivacemente le sessioni delle giornate seminariali si è caratterizzata sulle questioni di genere e la formalizzazione o comunque la tutela del lavoro informale al cuore della realizzazione del decent work.

Il programma ha avuto una struttura articolata con comunicazioni di diverso taglio. Esperte/i hanno proposto comunicazioni su temi specifici, a cui è sempre seguito un approfondito dibattito: tutela dei diritti umani in relazione alle politiche di genere; Raccomandazione Ilo sul Social Protection Floor; Dichiarazione Ilo sui principi e i diritti fondamentali al lavoro; impatto della globalizzazione sulla vita quotidiana delle lavoratrici a domicilio; cambiamenti intergenerazionali nella composizione delle iscritte di Sewa; trasformazioni negli stili di vita e nell’ambiente di lavoro grazie ai miglioramenti apportati dall’azione di Sewa nelle zone più disagiate; bisogni in termini di istruzione dei contadini per comprendere gli effetti del cambiamento climatico nella prospettiva del decent work; cooperative Sewa che svolgono assistenza per le esigenze abitative; Obiettivi di Sviluppo del Millennio; modalità di comunicazione a favore del decent work e delle lavoratrici dell’economia informale; tutela della salute e sicurezza sociale nel Gujarat.

Nel corso di un incontro con la direttrice di Sewa Academy, Namrata Bali, dopo una prima generale valutazione sulle fasi del progetto già concluse, è stata concordata l’opportunità di continuare il partenariato tra la Cgil e Sewa anche dopo aprile 2013, con il coinvolgimento delle strutture di categoria interessate.