Il tribunale del Riesame di Taranto – si legge in un lancio dell’Ansa - ha confermato il provvedimento di sequestro relativo agli impianti dell'area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva, finalizzandolo al risanamento dello stabilimento, e dunque vincolandolo alla messa a norma (e non alla chiusura).

Il tribunale ha disposto che 'i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti', confermando nel testo il decreto impugnato. Si tratterebbe di una sorta di facoltà d'uso condizionata all'esecuzione di determinati lavori che rendano compatibili gli stessi impianti con le esigenze della tutela dell'ambiente e della salute.

I giudici si sono riservati di depositare le motivazioni dell'ordinanza. Tre degli otto dirigenti indagati restano agli arresti domiciliari. Gli altri cinque sono stati rimessi in libertà.

Cgil: primo passo
"In attesa di poter leggere le motivazioni dell'ordinanza del tribunale del riesame non possiamo che constatare quanto la decisione assunta sia un primo passo verso quel possibile connubio tra diritto al lavoro e diritto alla salute". Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, in merito alla decisione assunta oggi dal tribunale. Secondo la sindacalista, infatti, il provvedimento dimostra come si possa "continuare a produrre e, contestualmente, procedere con celerita' verso l'ambientalizzazione degli impianti industriali".

In arrivo il decreto del governo
La Camera dei deputati potrebbe essere riconvocata tra il 7 e l'8 agosto per l'annuncio del decreto legge ad hoc. E' quanto è emerso dalla riunione dei capigruppo di Montecitorio. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha chiesto ai capigruppo che la Camera fosse riconvocata per l'annuncio del decreto, varato all'ultimo Consiglio dei Ministri di venerdì scorso, ma che manca ancora della firma del Capo dello Stato. "Siamo incerti - ha spiegato Giarda - se riusciremo a presentarlo già questa sera o domani mattina". In ballo i 336 milioni di euro che serviranno per avviare gli interventi di bonifica e risanamento del territorio.