“Il Tribunale Penale di Taranto - alla conclusione del processo a carico di diversi preposti e dirigenti dell’Ilva", nonché della ditta appaltatrice e della subappaltatrice per la morte sul lavoro dell'operaio Antonio Mingolla, avvenuta il 18 aprile del 2006 - "ha condannato l’Amministratore delegato della ditta subappaltatrice a due anni e sei mesi di reclusione e tutti gli altri imputati a due anni.” E' quanto dichiarano in una nota congiunta Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil responsabile per la siderurgia, e Maurizio Marcelli, responsabile per la stessa Fiom dell'Ufficio Salute, ambiente e sicurezza.
“Il Tribunale ha emesso la sentenza dopo aver rigettato tutte le eccezioni degli imputati, relative a pretesi vizi di forma nella costituzione di parte civile della Fiom-Cgil, e ha accolto tutte le deduzioni e conclusioni di quest'ultima.” “In favore della Fiom - aggiungono i sindacalisti - costituita parte civile già dall’udienza preliminare del settembre 2009, in quanto portatrice dell'interesse collettivo dei lavoratori alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, è stato riconosciuto, a carico di tutti gli imputati, il risarcimento del danno.” “Questa sentenza è importante perché afferma che la morte del lavoratore in questione non è frutto della causalità ma, così come affermato anche da altre significative sentenze relative ad altri incidenti mortali sul lavoro, è la risultante di una grave violazione imputabile non solo all’azienda appaltante, ma anche a quella committente. Antonio Mingolla, infatti, è morto perché non era stato sufficientemente formato e informato in materia di sicurezza sul lavoro.”
“Sperando - concludono Marcelli e Rappa - che anche questa sentenza sia di monito alle aziende che violano le norme a tutela dei lavoratori, la Fiom riconferma la propria volontà di costituirsi, sempre, parte civile quando un lavoratore rimane gravemente infortunato o muore sul lavoro.”
Ilva Taranto: Fiom, condannati responsabili incidente del 2006
14 dicembre 2012 • 00:00