"Sciopero nazionale di 4 ore per ogni turno di lavoro di tutto il Gruppo. Contro il rischio chiusura e per una politica industriale che coniughi lavoro e ambiente". E' quanto hanno deciso le segreterie nazionali dei sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil. I sindacati, si legge in una nota, hanno proclamato "per la giornata di giovedi' 2 agosto un pacchetto di 4 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del Gruppo Ilva, con modalita' e forme della mobilitazione che verranno decise territorialmente (manifestazioni, presidi sotto le Prefetture, ecc.), contro il rischio di chiusura dello stabilimento di Taranto e per una politica industriale che coniughi lavoro e ambiente."

'Fim, Fiom, Uilm nazionali - si legge nel comunicato unitario - ritengono necessario ricercare tutte le soluzioni utili al mantenimento dell'attivita' industriale, salvaguardando sia l'ambiente che la salute, e in ragione di cio' chiedono che Ilva espliciti impegni, investimenti ed azioni che vadano in tale direzione. Fim, Fiom e Uilm ritengono che il recente protocollo di intesa, in cui si stanziano 330 milioni di euro per la bonifica e riqualificazione dell'area, sia un primo passo importante verso un miglioramento delle condizioni ambientali nell'area tarantina e che esso possa essere un passaggio importante per la ripresa delle attivita', convinti che si possa far coesistere un'attivita' industriale con il rispetto dell'ambiente e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini.' Per Fim, Fiom, Uilm, e' 'inaccettabile socialmente ed insostenibile per l'intero sistema industriale la prospettiva di una chiusura dello stabilimento di Taranto, con la perdita di 50.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti: non possiamo accettare che oggi i lavoratori dell'Ilva paghino responsabilita' storiche non loro e che continuino ad essere sottoposti ad un ricatto inaccettabile tra lavoro e salute.'

La giornata
Un altro giorno difficile, a Taranto. La mattina del 31 luglio si è tenuto l’interrogatorio di garanzia dei dirigenti ed ex dirigenti Ilva arrestati lo scorso 26 con l’accusa di disastro ambientale. Gli accusati non hanno risposto alle domande del gip Patrizia Todisco, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Sono in tutto sei, residenti a Taranto e provincia.

Nello stabilimento siderurgico, posto sotto sequestro, si sono tenute assemblee tra i lavoratori, in attesa della manifestazione di giovedì 2 luglio, cui parteciperanno i leader di Cgil Cisl Uil, Camusso Bonanni e Angeletti, e alla quale ha aderito anche l’Ugl. E in attesa del pronunciamento sul sequestro da parte del tribunale del riesame, atteso per venerdì.

“All'Ilva – hanno spiegato i delegati sindacali della fabbrica - oggi c'è una situazione un po' più tranquilla. Si avverte meno la tensione che c'era ieri quando i carabinieri del Noe hanno sequestrato gli impianti e apposto i sigilli, ma la mobilitazione e il livello di attenzione restano comunque molto alti”. “Ai lavoratori - aggiungono i delegati sindacali, citati dall’agenzia Agi - abbiamo spiegato che in questo momento delicato dobbiamo portare avanti, con la massima partecipazione possibile, la linea che coniuga difesa del lavoro e difesa dell'ambiente, mantenimento della fabbrica e salvaguardia della salute”.

Preoccupazione a Genova
Ma la questione ambientale sollevata dagli inquirenti riguardo all’Ilva valica i confini di Taranto e preoccupa anche gli altri siti del gruppo. Oggi, a Genova, il sindaco Marco Doria ha incontrato le rappresentanze sindacali unitarie dello stabilimento di Genova-Cornigliano. “Esistono – ricostruisce il primo cittadino in una nota -, da quanto emerge, delle evidenti responsabilità dell'impresa, che deve essere chiamata a compiere tutti quei passi che avrebbero dovuto trovare già attuazione”. Il sindaco ha espresso ai lavoratori la propria preoccupazione per la chiusura del sito produttivo pugliese, che avrebbe “conseguenze gravi” sugli altri stabilimenti del gruppo, compreso quello di Genova-Cornigliano. “È piena la consapevolezza della serietà del problema ambientale – afferma Doria - e di come la produzione industriale debba essere compatibile con l'ambiente. È chiaro, però, che una questione di tale complessità non può essere risolta solo da provvedimenti, pur motivati, della magistratura, chiamata a svolgere la sua funzione”. Secondo Doria, è assolutamente necessario “superare nell'immediato questa fase di stallo, non utile a risolvere i delicati problemi ambientali e gravida di effetti negativi sull'occupazione e sul reddito di decine di migliaia di famiglie”.

“I rappresentanti dei lavoratori dell'Ilva e il sindaco - prosegue nella nota Doria – concordano sull'importanza del lavoro industriale nel nostro Paese, sottolineano anche l'importanza di una industria siderurgica moderna in Italia. Perché queste non restino soltanto affermazioni di principio è fondamentale che si affermi una scelta complessiva a favore dell'industria nazionale; è necessario che il Governo e il Parlamento siano capaci di elaborare linee convincenti di politica industriale. Queste considerazioni sono tanti più valide guardando alla realtà di Genova. Anche la nostra città vive un momento economico particolarmente difficile: si perdono posti di lavoro, numerosi sono i segnali di crisi aziendali. Preoccupante appare, in questo quadro, indipendentemente dalla vicenda di Taranto, la situazione dello stabilimento Ilva di Cornigliano; della questione l'Amministrazione Comunale intende, nella consapevolezza del proprio ruolo e dei suoi limiti istituzionali, farsi carico, d'intesa con la altre Istituzioni Locali, come già avvenuto in passato, con l'obiettivo - conclude Doria - di tutelare al meglio il lavoro e le condizioni sociali di chi lavora”.

aggiornato alle 17.45