“Dopo un mese di interruzione e dopo il rinvio dei due incontri del 9 e del 21 marzo, è ripreso oggi al ministero dello Sviluppo economico il confronto tra governo, commissari, Arcelor Mittal e Fim, Fiom, Uilm sulla cessione del ramo d'azienda. Arcelor Mittal e il governo, rappresentato nell’occasione dal viceministro Teresa Bellanova, hanno esplicitato la volontà di velocizzare il negoziato attraverso la calendarizzazione di una serie di incontri per raggiungere quanto prima un accordo”. Lo dichiara in una nota la Fiom Cgil nazionale.

Arcelor Mittal, nel confermare la volontà di giungere a un accordo che sia da preludio all’acquisizione di Ilva, ha precisato che per quanto riguarda la Commissione Antitrust sta continuando un confronto attraverso la proposizione dei cosiddetti “rimedi” rispetto alle osservazioni poste dall’Antitrust; procedura che allo stato attuale dovrebbe concludersi entro il 23 maggio prossimo. Per il Dpcm sulla questione ambientale, invece, la compagnia francese confida di poter trovare tutte le opportune soluzioni entro il mese di aprile. Tutto questo per poter intervenire quanto prima sulla struttura produttiva che ormai da tempo sta generando perdite consistenti.

“Come Fiom Cgil – spiega il sindacato – abbiamo esplicitato la nostra disponibilità al confronto facendo presente nello stesso tempo che il negoziato non può essere vincolato ai tempi, ma ai contenuti e alle soluzioni rispetto ai temi fino ad oggi discussi. È di assoluta importanza il tema da noi posto fin dall’inizio della trattativa riguardante la continuità dei rapporti di lavoro e del mantenimento dei diritti acquisiti e dei livelli retributivi di ciascun lavoratore. Questione che nonostante il confronto non ha prodotto da parte del governo – nonostante le promesse fatte in varie occasioni – nessun chiarimento di carattere normativo”.

“Cosi come è da escludere – proseguono le tute bul Cgil – qualsiasi soluzione che possa prevedere una diversificazione di trattamenti sia normativi che economici tra i lavoratori interessati. È allo stesso tempo importante comprendere fino in fondo le decisioni che assumerà l’Antitrust e delle conseguenze che potrebbe determinare sia sul perimetro del ramo d’azienda e delle sue attività, ma anche di realtà di Arcelor Mittal presenti in Italia, come la Magona di Piombino. Abbiamo ribadito inoltre che per quanto riguarda la realtà di Genova l’accordo dovrà avere assoluta coerenza rispetto agli impegni sottoscritti nell’accordo di programma. Per quanto riguarda le questioni di ambientalizzazione e di bonifica dello stabilimento di Taranto dovranno essere parte integrante dell'accordo sindacale a partire dal Dcpm e dal successivo protocollo proposto dal governo, e dalle osservazioni da noi presentate”.

Infine, conclude la nota, “abbiamo sollevato la presenza in diverse Regioni di alcuni centri di distribuzione di proprietà Arcelor Mittal dove sono occupati circa un miglio di lavoratori e che ad oggi l’azienda non ha dato riscontro nel suo piano industriale e che potrebbero essere oggetto future sovrapposizioni nonché di esuberi. La trattativa è stata aggiornata a mercoledì 4 aprile, sempre presso il ministero dello Sviluppo economico, per verificare se sussistono le condizioni per proseguire il negoziato, valutando la necessità di un pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori interessati in ogni realtà aziendale”.