"I dati che ci giungono sull'adesione all'odierno sciopero generale del comparto di igiene ambientale parlano di una straordinaria mobilitazione contro il cosiddetto 'decreto Crescitalia', il dl sulle liberalizzazioni proposto dal Governo. L’adesione convinta dei lavoratori è la migliore risposta alla sciagurata idea di svendere il comparto di gestione dei rifiuti al mercato, senza regole e senza diritti, all'arroganza del Governo che ha negato il confronto alle parti sociali e umiliato la democrazia parlamentare". Lo rileva una nota congiunta di Fp Cgil, Cisl Fit, Uil trasporti e Fiadel. 

Di seguito, alcuni dati sullo sciopero: in Lombardia l'adesione media è stata dell’80%, in Toscana del 90, con l’azienda di Firenze al 95, a Torino del 90, così come a Genova, a Roma del 60, in Emilia Romagna oltre l’80. Delle buone percentuali si registrano anche nel Sud (a Napoli del 60%).

"L’articolo 25 del dl 1/2012 – dichiarano i sindacati – non è indirizzato a uno sviluppo regolamentato del comparto e alla sua modernizzazione, ma lo abbandona alla giungla dei profitti senza tutelare ambiente e lavoro. Se lo sviluppo passa dall’aumento della tassa sui rifiuti, dalla polverizzazione delle imprese, dalla rottura del ciclo dei rifiuti, dall'esproprio delle competenze dei Comuni sul governo del territorio e dall'allargamento del perimetro degli appalti in odor di mafia, allora preferiamo essere nemici di questo strano modo di pensare alla modernizzazione del ciclo dei rifiuti".

"La forte adesione allo sciopero – concludono le sigle – non fa che aumentare la forza delle rivendicazioni avanzate unitariamente in questi mesi. Al ministro dell'Ambiente Clini e al Governo chiediamo l'apertura di un tavolo nazionale sul comparto di igiene ambientale e un ripensamento sull'articolo 25, un passo indietro che parta da quel confronto che in questi mesi, purtroppo, è mancato".