Si è tenuto martedì scorso, presso il Consiglio regionale della Liguria, un incontro tra i capigruppo consiliari e le organizzazioni sindacali confederali dei pensionati e dei lavoratori delle Poste per chiedere che Poste Italiane rinunci alla chiusura, programmata per il prossimo anno, di sette uffici postali nella nostra città, alla quale si aggiungerà il dimezzamento dell’orario dell’ufficio postale di Pontedecimo.

Gli uffici postali interessati, di cui si prevede la chiusura, sono quelli di Apparizione, Lagaccio, Sestri Ponente, Campi, Sampierdarena (alture), Caricamento (piazzetta Jacopo Da Varagine), a cui si aggiunge, oltre alla 'mezza chiusura' di Pontedecimo, anche lo sportello multietnico di piazza Dante: in tutto, considerando che gli uffici postali attivi a Genova sono 72, le chiusure previste sfiorano il 10% sul totale.

Si tratta di uffici situati in quartieri periferici, popolari, disagiati, con una forte componente di popolazione anziana, dove l’ufficio postale non è solo un utile servizio, ma un presidio sociale fondamentale. È stato altresì rilevato che esiste un grave squilibrio ai danni di Genova: a Milano, infatti, le chiusure previste sono 8, su una popolazione residente più che doppia rispetto a Genova; a Roma solo 5, su una popolazione residente complessiva superiore a 2 milioni 800mila persone.

I capigruppo, presente anche l’assessore Berrino, hanno deciso all’unanimità di presentare in Consiglio regionale un ordine del giorno contro la prevista riorganizzazione degli uffici postali. Inoltre, si è deciso che la prima commissione consiliare affari generali, istituzionali e bilancio chieda un incontro con il  responsabile per la Liguria della Cassa depositi e prestiti, azionista di maggioranza di Poste italiane, e con la direzione Liguria del gruppo stesso, per rappresentare le ragioni del territorio e chiedere la messa in discussione dei provvedimenti assunti.

Le sigle dei pensionati hanno espresso soddisfazione per quello che hanno definito un primo passo nella giusta direzione. “Le istituzioni interpellate – hanno affermato Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil – hanno dimostrato di ascoltare le esigenze della popolazione, condividendo le nostre preoccupazioni per un provvedimento che penalizza Genova, andando a ridurre i servizi proprio nelle zone che ne avrebbero maggiormente bisogno”.