Continuano le trattative per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ma il 18 novembre è stata la giornata più sanguinosa del conflitto. E' quanto si apprende da fonti di agenzia. Domenica il giorno più nero dall'inizio del conflitto: secondo l'ultimo bilancio provvisorio - stilato da fonti mediche palestinesi - è salito ad almeno 29 morti, tra cui 10 bambini e sei donne.

Novanta morti e settecento feriti
è il bilancio aggiornato dei palestinesi colpiti a Gaza dal fuoco israeliano, nell'arco di sei giorni di combattimenti. Lo riferiscono fonti mediche locali, mentre i raid aerei israeliani sulla Striscia proseguono. Fonti giornalistiche precisano che nelle ultime ore e' andato crescendo il numero delle vittime civili. Fra queste, a quanto si apprende, ci sarebbero alcuni agricoltori che cercavano di raggiungere i propri campi vicino alle postazioni israeliane.

Proprio sul fronte israeliano, le vittime sono state 3 e oltre 50 feriti, secondo quanto riferito da un portavoce di 'Magen David Adom', ovvero l'equivalente israeliano di Croce e Mezzaluna Rossa. Tra i feriti ci sono 10 soldati, uno di loro in modo grave.

Stamani (19 novembre) è arrivato l'intervento dell'Alto rappresentante per la Politica estera della Ue, Catherine Ashton. Quello che serve per affrontare l'escalation delle violenze nella Striscia è "una soluzione a lungo termine che assicuri pace e sicurezza alla gente che vive in quella zona", queste le sue parole.