"Siamo alla vigilia della manifestazione del 25 ottobre. E il segnale che arriva dalle nostre strutture territoriali è senz'altro positivo rispetto alle proposte della Cgil sui temi del lavoro, sul progetto per il Paese e speriamo si concretizzi ancora di più nelle prossime ore". Così Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil, intervistata stamattina da 'Italia parla', la rubrica di Radioarticolo1 (qui si può ascoltare il podcast).

"La nostra mobilitazione è stata capillare – ha ricordato la dirigente sindacale –, andando oltre i lavoratori dei nostri settori. Siamo stati presenti a Bologna per lo sciopero generale dell'Emilia Romagna, a Terni al fianco dei metalmeccanici di Ast, mentre a Roma abbiamo fatto volantinaggio davanti ai centri commerciali. Credo sia importante agire in solidarietà per riunificare il mondo del lavoro, perché le battaglie e i problemi di una categoria sono gli stessi di tutti i lavoratori, così come le sofferenze e i drammi che stanno vivendo. E tutti, a cominciare dai più giovani, intravvedono sempre meno prospettive per il loro futuro. In questo, né il Jobs act né gli altri provvedimenti del Governo danno loro risposte convincenti, mentre di fronte a una crisi come questa, è proprio il lavoro la questione cardine del Paese, da affrontare al più presto. Nei contatti che abbiamo con lavoratrici e lavoratori si comprende che quello che Renzi sta facendo non va nella giusta direzione: proclama di cambiare verso, ma poi non cambia per davvero. Di vecchio, nel ddl di riforma del mercato del lavoro, c'è soprattutto la mancanza di un'idea per il Paese".

"Abbiamo espresso un parere favorevole sugli 80 euro in più in busta paga – ha continuato Gabrielli –. Un provvedimento positivo, che però non ha avuto influssi positivi sui consumi. Il problema è che manca l'idea dello sviluppo e quindi di come portare il Paese nuovamente a far crescere l'occupazione e le condizioni per il lavoro. Mancando un'idea complessiva, i singoli provvedimenti sembrano andare – penso agli ammortizzatori sociali, tema che ci riguarda, visto che la maggior parte delle aziende del commercio, terziario e servizi ne sono sprovviste, e in situazioni di crisi non hanno coperture per tutelare il lavoro  –, in direzione contraria a quel cambiare verso che il governo annuncia. E quindi credo che il vecchio stia qui, cioè nella scelta di provvedimenti che non risolvono quei problemi che pure il governo in qualche modo individua e tenta di propagandare".

"Tra le proposte che abbiamo avanzato – ha osservato ancora la leader della Filcams –, c'è quella di estendere lo Statuto dei lavoratori a chi non ce l'ha. Noi siamo tra le categorie dove le tutele sono meno riconosciute. Ma l'assenza dell'articolo 18 non ha prodotto maggiore occupazione nè le condizioni di lavoro sono migliorate, come sostiene il Governo. Per la Filcams, è importante sostenere alcuni diritti fondamentali, a partire dall'estensione dell'articolo 18, ma anche la tutela della maternità, il diritto al riposo, l'avere una retribuzione dignitosa: sono delle vere rivoluzioni, se volessimo parlare di estensione e omogeneità dei diritti nel mondo del lavoro". 

"Fra le tante iniziative in vista della manifestazione di domani – ha detto Gabrielli – c'è anche la cosiddetta 'Marta challenge' – la ragazza precaria per antonomasia citata da Renzi, quando si chiedeva dov'era il sindacato quando i giovani perdevano i loro diritti. Per rispondere al Presidente del Consiglio, abbiamo invitato le persone a spogliarsi dell'ideologia e a vestirsi dei diritti, provando a utilizzare quell'attacco che viene rivolto non solo alla Filcams, ma a tutto il sindacato. La questione sta nella capacità di creare e consegnare diritti alle persone e in questo non c'è nulla di ideologico, come sostiene Renzi. C'è semplicemente la volontà di poter costruire un sistema di diritti e di tutele che sia realmente esteso a giovani e meno giovani e che diventi un patrimonio reale di tutto il mondo del lavoro".

"Nel nostro settore, i problemi legati alla contrattazione sono drammatici – ha precisato la numero uno della Filcams –: le situazioni che quotidianamente riscontriamo da Nord a Sud raggiungono spesso elementi di esasperazione. Ci troviamo di fronte a lavoratori con un contratto che maschera la falsa collaborazione, la falsa associazione in partecipazione. Questo è diventato il mondo del lavoro, e credo che se si volesse realmente provare a trovare delle soluzioni, basterebbe passare una giornata in una delle nostre sedi sindacali con un funzionario o un delegato per capire quali sono realmente le esigenze di lavoratrici e lavoratori". Ad esempio, ci accorgeremmo che non è possibile puntare sul secondo livello, come base della contrattazione, perchè non riesce a dare risposte a gran parte del mondo del lavoro che rappresentiamo. La contrattazione aziendale riesce a svilupparsi se c'è un sistema imprenditoriale che risponde, ma in questo momento oggettivamente fa fatica".

"Dal 2008 in poi – ha concluso Gabrielli –, con l'impatto della crisi nei nostri diversi settori, abbiamo avuto una contrattazione molto difensiva, tutta incentrata sul mantenimento dei livelli occupazionali. Ma anche nella fase immediatamente precedente, il segnale della contrattazione aziendale non era positivo. Dunque, riteniamo che non può essere quello il modello di riferimento, perchè si rischia di lasciare interi comparti in una giungla, che probabilmente provocherebbe elementi di frattura ed emarginazione ancora più forti di quelli che oggi registriamo. In sistemi molto frammentati come il nostro e spesso anche molto fragili – come quel mondo del lavoro fatto di ragazzi che lavorano negli studi professionali, le vere Marta –, senza un contratto nazionale che in qualche modo stabilisca diritti e doveri, condizioni e salario uguali per tutti, si rischia realmente di essere ancora più deboli, fino ad arrivare a un imbarbarimento difficilmente controllabile".