“L’Italia si è fissata un obiettivo di deficit pubblico basato su una recessione dell'uno per cento nel 2012. Molto probabilmente la recessione sarà superiore. Che farà il governo? Un nuovo programma di austerità a fine 2012?” A porsi queste domande è l’economista francese Jean Paul Fitoussi, intervistato da Il Messaggero. E la riforma del lavoro? “Punta a facilitare le assunzioni, ma con la recessione nessuno assumerà, e dunque non ci saranno effetti – commenta Fitoussi –. È una riforma che potrebbe avere effetti positivi, ma in una situazione normale, di crescita». E la crescita “può arrivare soltanto con una politica di investimenti e ridistribuzione più equa dei redditi”.

Il fatto, insomma, è che senza crescita, è inutile l'austerity, inutile la riforma del lavoro, inutile la disciplina di bilancio. “La colpa – spiega – non è né dell'Italia, né della Spagna, né dello spread. Ci troviamo in questa crisi unicamente ed esclusivamente perché non vogliamo emettere eurobond e creare un debito unico europeo. Con un debito comune, scompare qualsiasi spread. Il problema è e resta politico. Se non si risolve, tutti i paesi precipiteranno uno dopo l'altro nella recessione”.