"È grave che il governo voglia bloccare la revisione delle rendite catastali, è un'ingiustizia sociale". Così il responsabile delle politiche fiscali della Cgil nazionale, Cristian Perniciano, in merito alla decisione del governo di non procedere con la riforma del catasto.

"Per superare l'iniquità, per cui case di pregio, ubicate nei centri storici, finiscono per avere un valore inferiore di quelle periferiche, crediamo che il lavoro di revisione delle rendite catastali debba proseguire – sostiene il dirigente sindacale –, affrontando e trovando soluzione a tutti i nodi problematici. La revisione era l'unica parte indiscutibilmente buona, contenuta nella delega fiscale legge 23/2014, e il suo rinvio sembra preludere all'abbandono dell'ambizioso, quanto necessario, progetto di attuazione di quelli che sono ormai diventati valori di riferimento per gran parte delle imposte locali. Le complicazioni che la sfida pone non sono insormontabili".

"Non comprendiamo il coro, secondo cui la rettifica delle rendite farebbe innalzare le imposte per tutti. La legge prevede invarianza di gettito. Questo significa – spiega l'esponente Cgil – che per ogni euro in più, pagato da chi oggi (e da anni) ha un immobile sottovalutato, deve corrispondere un euro in meno, pagato da chi finora ha sofferto di un immobile sopravvalutato. Questo meccanismo, applicato sul singolo comune, può avere solo l'effetto di aumentare l'equità fiscale. Certo, potrà creare delle difficoltà tecniche, e rendere necessari processi di innalzamento o diminuzione delle imposte che siano dilazionati nel tempo”.

"Le criticità lamentate, la non adeguatezza dei valori Omi, il peso degli elementi accessori, le difficoltà di individuare aliquote congrue, sono problemi risolvibili – conclude Perniciano –, a patto che la volontà politica sia chiara, e non tema di scontrarsi con gli interessi dei proprietari di immobili con elevato valore di mercato e, soprattutto, con le società immobiliari”.