"Per far fronte alla concorrenza globale del terzo millennio, le imprese finanziarie hanno ritenuto di dover smantellare il proprio ciclo produttivo attraverso esternalizzazioni, terziarizzazioni di attività e delocalizzazioni". Questa la denuncia della Fisac Cgil.

"A fronte di un contratto nazionale firmato nello scorso gennaio che metteva al centro dei propri obiettivi la buona occupazione, le aziende di credito per tutta risposta hanno avviato procedure dichiarando eccedenze di manodopera".

I numeri sono durissimi. Fino al 2015 sono previsti i seguenti esuberi: Gruppo Ubi (1.578 esuberi), Intesa Sanpaolo (5.000) Bper (450), Popolare di Bari (250), Banco popolare (1.000), Unicredit (800), Cariparma Credit Agricole (360). (s.i.)