‘Quadrato rosso. La formazione va in rete’, la trasmissione di RadioArticolo1, e Conoscenza & organizzazione, la rubrica di Rassegna sindacale, hanno dedicato l’ultima puntata del viaggio della formazione nei territori e nelle categorie Cgil alla Fillea. Dal 2003, il sindacato degli edili Cgil ha deciso d’investire molto sulla formazione dei propri quadri e dirigenti.

“Pur segnati da otto anni di crisi gravissima, che ci ha fatto perdere più di 600.000 addetti, con pesanti ripercussioni sulle nostre entrate – spiega Alessandro Genovesi, neo-segretario generale Fillea –, abbiamo puntato sulla formazione di funzionari e delegati, tanto che risulta l’unica voce di bilancio in crescita costante, e quest’anno è addirittura raddoppiata rispetto al 2015. Così continuiamo, e in qualche modo rafforziamo una tradizione della Fillea. Noi dobbiamo riconvertire da un lato, e formare dall’altro, mirando a un nuovo modello di sviluppo che si basa non più su politiche industriali, cementificazione e consumo del suolo, ma su riqualificazione, tutela dell’ambiente e risparmio energetico, che vogliamo sia la principale caratteristica del nostro futuro”.

A illustrare il piano formativo triennale 2016-18 è Ada Lorandi, responsabile formazione Fillea. “Il nuovo progetto è articolato su più livelli: uno obbligatorio per tutti, e uno facoltativo per le varie specificità presenti nella nostra organizzazione. L’obbligatorietà è dovuta al fatto che ormai tutti i funzionari sindacali devono avere una specie di ‘cassetta degli attrezzi’ a disposizione, legata alla concretezza delle questioni e per far fronte a ogni sorta di eventualità. Nello stesso tempo stiamo innovando, ad esempio potenziando il lavoro di gruppo, un aspetto che prima era considerato marginale”. Quello delle costruzioni è un mondo variegato e composito, dove si passa dalla realtà del grande cantiere ai restauratori a partita Iva.

“Perciò – continua la dirigente sindacale –, anche la nostra formazione ha sempre avuto una doppia caratteristica: orizzontale, nell’essere sindacato confederale, e verticale, rispondente ai bisogni peculiari della categoria. Vi è poi un aspetto solidaristico, dove, grazie all’utilizzo dei fondi a disposizione, il nostro obiettivo è di organizzare corsi in tutti i territori, evitando che rimangano zone scoperte. In passato, avevamo investito molto sui master, formando un gruppo dirigente specifico, adesso la nostra filosofia è fare formazione di massa, coinvolgendo tutti. Infine, dedichiamo particolare attenzione nel formare e aggiornare quadri e dirigenti sulle modifiche legislative che accompagnano le crisi industriali, per far sì che il funzionario sindacale tuteli al meglio i lavoratori. L’esperienza da sola non basta più: se vogliamo fare sindacato, dobbiamo essere costantemente aggiornati”.

“La Fillea sta facendo un grande investimento sull’organizzazione in chiave futura, innovando e costruendo un pezzo inedito di sindacato – osserva Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale –. L’immagine è quella di una categoria ‘old style’, un pezzo d’Italia antica, fatto di vecchi lavori dell’industria. In realtà, accanto sono nati pezzi molto moderni, che guardano al domani con processi di riorganizzazione velocissimi e nuovi modelli organizzativi, con una grande attenzione ai cambiamenti all’interno del settore. In tale contesto, vi è un’accresciuta e assai ricca attività formativa. Altra caratteristica degli edili, i tanti migranti presenti nei cantieri, che comporta la capacità di far rete nell’organizzazione, con lavoratori di altre etnie e stili di vita che devono convivere fra loro: per questo, rendere la formazione obbligatoria è un diritto e un dovere, e per forza di cose bisogna investire sempre di più sulla formazione anche in tempo di crisi, se si vuol aumentare la capacità dei funzionari di saper leggere la realtà”.

Ezio Dufour e Ilaria Ciardiello, sono due dei tanti partecipanti ai corsi di formazione della Fillea. “La mia struttura mi ha chiesto la disponibilità di partecipare ai corsi – racconta il dirigente Fillea della Val d’Aosta –: l’ho fatto, ed è stato un bene, perché la formazione è davvero indispensabile. Il mio lavoro è cambiato nel corso del tempo. La crisi ha avuto un effetto devastante nel settore, visto che abbiamo perso circa il 40% degli addetti. Problemi di esuberi e di difficoltà aziendali erano molto marginali prima del 2008, mentre negli ultimi otto anni sono la pratica quotidiana. Oggi abbiamo bisogno di un aggiornamento continuo, e grazie alla formazione siamo in grado di sopperire alle nostre lacune. I corsi Fillea sono assai mirati sulle questioni del mercato del lavoro, e diventano anche forme di autoformazione”.   

“Proprio il mese scorso ho finito un corso di formazione su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, una delle partite più delicate del mio territorio, assieme a quella della legalità – rileva l’esponente della Fillea di Napoli –. Abbiamo affrontato tutte le varie questioni, dai ponteggi alla segnalazione di eventuali inadempienze, oltre alla parte normativa del Testo unico. Nei cantieri più grandi, come quelli della metropolitana di Napoli, sono presenti tante diverse professionalità, con lavoratori che spesso non sono formati sulle problematiche della sicurezza. Quando entriamo nei cantieri, cerchiamo d’informare il personale dei rischi che si corrono, sollecitando tutti a partecipare ai corsi. Spesso, nelle realtà più piccole, vi sono lavoratori che non conoscono nulla del nostro settore, dalle Casse edili agli enti bilaterali, e sono disinformati su ogni cosa”.