Il Tribunale del Lavoro di Bari, giudice Luca Ariola, con decreto depositato ieri (24 luglio) ha accolto integralmente il ricorso per comportamento antisindacale promosso dalla Fiom Cgil di Bari contro la Magneti Marelli, per rivendicare il diritto dei lavoratori a versare, mediante delega all’azienda, i contributi sindacali. Lo scrive in una nota la stessa organizzazione sindacale.

La pronuncia del giudice s'inserisce nel duro confronto a livello nazionale, sia sul piano sindacale sia su quello giudiziario, tra le tute blu Cgil e Lingotto (del quale Magneti Marelli fa parte), e si aggiunge alla precedente sentenza che aveva condannato l'azienda pugliese al riconoscimento della rappresentanza sindacale della Fiom territoriale. Scrive il sindacato: "La collezione, ormai la si può definire in tal modo, di numerose sentenze sfavorevoli a Fiat su tutto il territorio nazionale e che riguardano gli stessi temi", dimostra "che Marchionne non può appropriarsi delle leggi e della Costituzione per ritagliarne pezzi, modificarle ed indossarle a seconda delle proprie esigenze come se fossero abiti".

Inoltre, "il decreto del giudice barese, assai approfondito ed argomentato, si segnala per due particolari aspetti. In primo luogo smentisce la tesi aziendale secondo la quale effettuare le trattenute dei contributi sindacali sulle retribuzioni dei lavoratori sarebbe 'eccessivamente oneroso'; il Giudice, infatti, sostiene che l’organizzazione aziendale (tutto il gruppo Fiat ha appaltato le paghe alla società Fiat Service, che si occupa di oltre 80mila lavoratori) è assolutamente in grado, senza particolari oneri, di gestire le trattenute di poche centinaia di lavoratori, cosa peraltro accaduto in passato per decenni)".

In secondo luogo, "al fine di dare immediata esecuzione al provvedimento, con il quale ordina alla società di effettuare le trattenute e di versarle al sindacato, con una disposizione, a quanto consta, senza precedenti, il giudice ha ordinato alla Magneti Marelli di portare a conoscenza i lavoratori iscritti alla Fiom dell'emissione del decreto, mediante consegna a ciascuno di copia della parte dispositiva del decreto. Alla luce di questa ennesima condanna - conclude la nota - si conferma ancora di più la necessità di una legge sulla rappresentanza per garantire le libertà sindacali e impedire la pratica degli accordi separati".