Aumentano ogni giorno gli stabilimenti italiani della Fca che si fermeranno in marzo e aprile: da Mirafiori a Pomigliano d’Arco, da Grugliasco a Modena, a Cassino. Una situazione di fortissima preoccupazione per il futuro occupazionale e contrattuale di migliaia di lavoratori, cui la Fiom sta dando voce con una settimana di mobilitazione, iniziata lunedì 12 marzo. La giornata clou è oggi (giovedì 15): volantinaggi e assemblee sono previsti alle Magneti Marelli di Bologna, Bari e Crevalcore (Bologna), alle Fca di Pomigliano d’Arco (Napoli), Melfi (Potenza), Foggia e Cassino (Frosinone), al polo logistico Gb Vico di Nola (Napoli) e alla Cnhi di Lecce. Alla Pcma Magneti Marelli di Paliano (Frosinone), infine, si tengono anche due ore di sciopero per turno.

“La situazione dall’inizio dell’anno è peggiorata” spiega Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom Cgil: “Il 2018 per i lavoratori di Fca si apre peggio di come si è chiuso il 2017. Le giornate di fermo per i centri di ricerca e per la produzione sono ormai da allarme rosso”. In marzo si fermeranno per quattro giorni i lavoratori impiegati degli Enti centrali e dei Centri di ricerca di Mirafiori e Pomigliano d’Arco, mentre i numeri negativi di Maserati colpiscono anche i lavoratori di Modena, che non varcheranno i tornelli per otto giorni a marzo e per la prima settimana di aprile. Per il “polo del lusso” la situazione non migliora: in marzo Mirafiori lavorerà solo otto giorni, mentre alla Maserati di Grugliasco (Torino) i contratti di solidarietà verranno avviati per sei mesi, a partire da aprile, per 1.582 dipendenti su 1.683 totali. “A Cassino – riprende De Palma – le aspettative di ritorno al lavoro per i 500 giovani, lasciati fuori dai cancelli perché precari, rischiano di svanire visto che dal 22 al 31 marzo anche i lavoratori a tempo indeterminato saranno costretti a subire l’ennesimo fermo produttivo dei modelli Alfa”.

L’effetto domino delle comunicazioni dei fermi produttivi, con lo spegnimento degli impianti, è iniziato con i lavoratori impiegati sulla linea della Punto di Melfi, che rimarranno a casa dal 19 al 30 marzo. “A Pomigliano d’Arco – continua il segretario nazionale della Fiom Cgil – lo stop completo sarà di otto giorni. Inoltre, destano forte preoccupazione le dichiarazioni sulla riduzione, entro il 2022, dei motori diesel, per il futuro degli stabilimenti motori e cambi come la Vm di Cento (Ferrara) e la Pwt di Pratola Serra (Avellino)”. Per i lavoratori della Magneti Marelli si alternano dichiarazioni sullo spin off, ma nessuna comunicazione formale è stata data ai sindacati nonostante le richieste di chiarezza. “Altre incertezze – aggiunge De Palma – vengono dalle dichiarazioni del chief executive officer di Cnhi Richard Robin sul possibile spin off del marchio Iveco, dalla mancanza di prospettive della divisione costruzioni (Lecce e San Mauro), dal rinvio del rilancio produttivo di Brescia e dalla necessità di stabilizzare i lavoratori precari di Suzzara (Mantova)”.

In Cnhi a Torino, Modena e Jesi è indispensabile “un confronto puntuale sull’organizzazione del processo produttivo per il miglioramento delle condizioni di lavoro”. Nel corso del 2017 la Cnhi ha registrato utili e ricavi in crescita, restituendo dividendi agli azionisti. “Per i lavoratori, invece, il premio di efficienza erogato nel 2018 è stato per quattro stabilimenti pari a zero, mentre la media nei restanti impianti si è dimezzata rispetto al premio dello scorso anno” argomenta il segretario nazionale Fiom: “In Fca il management, raggiungendo gli obiettivi finanziari, ottiene super bonus, mentre per i lavoratori la paga base continua a essere inferiore ai metalmeccanici cui si applica il contratto nazionale”.

La Fiom rileva che sono “troppe incertezze sul futuro, sia per il polo del lusso sia per la produzione di utilitarie. Nei mesi che dovrebbero vedere i centri di ricerca al lavoro per il nuovo piano assistiamo con sconcerto a un fermo totale”. La categoria dei metalmeccanici Cgil chiede al governo, dopo l’incontro di venerdì 16 febbraio, di affrettare la convocazione di un tavolo nazionale con la direzione di Fca. “Troppo tempo è passato e poco ne abbiamo davanti, nel frattempo i lavoratori continuano a pagare con una riduzione dei loro salari e senza certezze per il futuro” conclude De Palma: “I sindacati firmatari, invece di dividere i lavoratori, s'impegnino in una campagna di assemblee e iniziative unitarie per riaprire la vertenza sul piano occupazionale e industriale. È indispensabile che la proprietà faccia chiarezza sul futuro, non pensi solo all'azzeramento del debito, investa su nuovi modelli e favorisca la transizione dai modelli con motori tradizionali a nuove motorizzazioni ibride ed elettriche, perché senza innovazione non c’è futuro e occupazione”.

La settimana di mobilitazione ha già visto nei giorni scorsi assemblee e volantinaggi agli Enti centrali e al Centro ricerche di Torino e di Pomigliano d’Arco, al Mirafiori Motor Village, alla Magneti Marelli di Sulmona (L’Aquila) e di Caivano, alla Fca di Pratola Serra (Avellino) e di Grugliasco (Torino), alla Sevel di Atessa (Chieti) e alla Vm Motori di Cento (Ferrara). La mobilitazione si conclude venerdì 16, con i volantinaggi davanti ai cancelli della Cnhi e della Maserati di Modena.