A oltre due mesi dalla sentenza della corte d'appello di Ancona che ha decretato nulla la vendita dell'Ex A.Merloni a Porcarelli – J.P. Industries – non si è ancora trovata la soluzione per uscire dall'impasse che essa ha determinato. Lo comunicano Cgil, Cisl e Uil di Marche e Umbria in una nota congiunta.

"Rimane chiaro - scrivono - che la priorità rimane salvare i 700 posti di lavoro con la continuità industriale e produttiva faticosamente costruiti nell'accordo e trà l'altro mai avviata di fatto proprio per colpa del ricorso fatto dalle banche che ha bloccato qualsiasi linea di credito in una fase di start up".

Il ministero dello Sviluppo Economico, i commissari straordinari, le banche, lo stesso Porcarelli, "hanno avviato delle consultazioni informali tra loro per trovare una soluzione,che ad oggi non vediamo.   Per queste ragioni pensiamo non sia più rinviabile l'apertura di un tavolo con il Governo che coinvolga anche le organizzazioni e i 700 lavoratori interessati prima che sia troppo tardi".

"Non possiamo accettare che tutta la vicenda si risolva con una chiusura di fatto della J.P. Industries e con la perdita di 700 posti di lavoro. Pretendiamo una soluzione  per dare risposte concrete agli interessi del lavoro,dei lavoratori e di un'intero territorio già fortemente martoriato dalla crisi,gli interessi finanziari delle banche non possono venire prima di questi".

I sindacati, insieme ai lavoratori, "vista la leggerezza con la quale si sta affrontando l'intera vicenda e il silenzio assordante da parte del Governo proclamano una manifestazione da tenersi sotto il MISE e una mobilitazione permanente che verrà articolata territorialmente con iniziative mirate a tenere alta l'attenzione, che si svilupperanno nei modi e nei tempi che riterremo adeguati, fino alla soluzione certa della nostra vertenza. Già nei prossimi giorni convocheremo le assemblee coi lavoratori per definire il tutto".