Oggi (venerdì 24 luglio), a Torino il Giudice dell'udienza preliminare Federica Bompieri deciderà se accogliere la richiesta avanzata da Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace, della Procura di Torino, per il rinvio a giudizio di Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario della multinazionale Eternit, per omicidio volontario (doloso). “Siamo fiduciosi – sostengono all’Afeva, l’Associazione familiari e vittime dell’amianto, di Casale Monferrato e Cavagnolo – che tale richiesta venga accolta, in quanto la Corte di Cassazione con la sentenza del 19 novembre 2014 non ha assolto Schmidheiny, ma ha solo dichiarato prescritto il reato di disastro ambientale doloso”.

Una sentenza, quella della Cassazione, che ha inferto un duro colpo al diritto alla giustizia
e alle aspettative delle migliaia di cittadini che da anni partecipano con molteplici iniziative a una battaglia di civiltà, assieme alle scuole e alle istituzioni del territorio, ai medici e a tanti legali. Una battaglia che appare tanto più necessaria di fronte alle stime della tragedia, che parlano – solo per la città di Casale – di più di 50 casi all’anno, ancora oggi, a distanza di 30 anni dalla chiusura dello stabilimento Eternit, di mesoteliomi accertati. “Per questo non molliamo – concludono all’Afeva – e attendiamo con fiducia la decisione di quest’oggi. Anzi, rilanciamo la lotta della nostra multinazionale, quella delle vittime, per la giustizia, la bonifica e la ricerca sanitaria”.